Il mondo del calcio perde una vera icona: Trevor Francis.
Il primo calciatore britannico a essere costato più di 1 milione di sterline.
Il celebre attaccante inglese è venuto a mancare ieri mattina nella sua abitazione di Marbella, in Spagna, dove è stato colpito da un infarto, come comunicato dai suoi familiari in una nota.
Si è spento a 69 anni e dopo essere stato uno di quei calciatori in grado di segnare un’epoca del football inglese. Un uomo che chi lo conosceva ha sempre descritto “persona eccezionale” dentro e fuori dal campo.
Un campione entrato direttamente nel mito all’Olympiastadion di Monaco di Baviera, il 30 maggio 1979, quando con un colpo di testa regalò la prima storica Coppa dei Campioni al Nottingham Forest dell’indimenticabile accoppiata formata da Brian Clough e Peter Taylor.
Nato a Plymouth il 19 aprile del 1954, Trevor Francis è stata una leggenda del Birmingham City.
È in questo club che è cresciuto calcisticamente, debuttando in prima squadra nel 1969, quando aveva solo 16 anni e 139 giorni. Un record rimasto imbattuto fino al 6 agosto del 2019, quando Jude Bellingham è diventato l’esordiente più giovane per i Blues a 16 anni e 38 giorni.
Nel Birmingham Francis è rimasto per dieci anni, riuscendo a collezionare 119 goal in 280 partite di campionato.
Poi una breve esperienza negli Stati Uniti d’America, dove l’attaccante inglese ha indossato la maglia dei Detroit Express nell’allora NASL (North American Soccer League).
Nel 1979 il ritorno in Inghilterra, voluto dal Nottingham Forest, club che sborsò una cifra impensabile per l’epoca: 1 milione e 180 mila sterline.
Francis diventò così il primo calciatore britannico il cui cartellino fu pagato oltre 1 milione di sterline. Più del doppio rispetto al vecchio record.
Un colpo che può essere paragonato a quello che portò Gareth Bale a diventare il primo calciatore a essere acquistato per 100 milioni (dal Real Madrid nel 2013, ndr). Qualcosa che resterà per sempre nella storia del calcio.
Così come nella storia resteranno le sue stagioni al Nottingham Forest di Brian Clough e Peter Taylor, club con cui conquistò due Coppe dei Campioni consecutive nel 1979 e nel 1980.
La prima, quella che non si dimenticherà mai. Fu lui, infatti, l’autore del goal che decise la finale di Monaco di Baviera contro il Malmö (1-0, ndr). Un colpo di testa al 46’ che permise agli inglesi di conquistare la loro prima storica coppa europea e a Francis di ripagare nella maniera più dolce la spesa di oltre 1 milione di sterline da parte del club (una curiosità: per togliere pressione al giocatore, Clough – personalità dura, ma ironica – all’arrivo di Francis nel Forest disse che il suo cartellino era costato 999.999 sterline e non il milione di cui tanto si parlava).
La seconda “coppa dalle grandi orecchie” l’ha invece alzata dopo essere stato costretto a saltare per infortunio la finale di Madrid, dove al Santiago Bernabeu il Nottingham Forest riuscì ad avere la meglio dell’Amburgo del due volte Pallone d’Oro Kevin Keegan per 1-0, grazie al goal di John Robertson.
Messa in bacheca anche una Supercoppa UEFA sempre con i Garibaldi Reds, nel 1981 passò poi al Manchester City.
Successivamente una doppia avventura in Italia, dove in Serie A tra il 1982 e il 1987 ha indossato le maglie di Sampdoria e Atalanta, riuscendo anche a vincere una Coppa Italia con il club genoano da capocannoniere del torneo (con 9 goal, ndr) e contribuendo con due goal a portare il club bergamasco a giocare una finale dello stesso torneo (poi persa contro il Napoli di Diego Armando Maradona, ndr).
Lasciato il Belpaese per la Scozia, con i Rangers di Glasgow ha poi conquistato una Coppa di Lega scozzese.
Le ultime due avventure in campo le ha collezionate ancora una volta in Inghilterra, dove ha indossato i panni del calciatore-allenatore prima al QPR di Londra e poi allo Sheffield Wednesday, vincendo una Coppa di Lega inglese con gli Owls (nel 1991) e riuscendo poi a portarli fino a un terzo posto in First Division (l’attuale Premier League, ndr).
Una grande scalata compiuta nel 1992, nell’annata del ritorno in massima serie per i Gufi di Sheffield e della vittoria del campionato inglese da parte del Leeds United di Eric Cantona.
Il talento francese, poi consacratosi con l’appellativo di “King” al Manchester United, con lo Sheffield Wednesday di Trevor Francis si allenò per un paio di giorni al suo arrivo in Inghilterra (Francis lo accolse per fare un favore a Michel Platini e Dennis Roach, come da lui stesso raccontato nella sua autobiografia “One in a million”, ndr), prima di firmare poi un contratto con il Leeds United di Howard Wilkinson.
Quello Sheffield Wednesday, da allenatore, Francis lo portò anche a disputare una finale di FA Cup e una di Coppa di Lega inglese, entrambe perse contro l’Arsenal.
A Sheffield ha appeso poi definitivamente gli scarpini al chiodo, dedicandosi esclusivamente alla nuova carriera da allenatore.
Un ruolo che ha ricoperto successivamente al Birmingham City (raggiungendo e perdendo un’altra finale di Coppa di Lega inglese) e al Crystal Palace, dove ha poi chiuso la sua avventura da manager nel 2003.
Con la Nazionale dell’Inghilterra, da giocatore, ha collezionato 52 presenze e 12 goal, due dei quali messi a segno nel Mondiale del 1982. Quello vinto dall’Italia di Enzo Bearzot a Madrid.
Dodici anni fa un primo attacco di cuore costrinse i medici ad applicargli uno stent. Lunedì un nuovo infarto non gli ha lasciato più speranza.
Negli occhi degli amanti del football inglese rimangono i suoi goal eleganti e la sua classe in campo. Nella mente il ricordo nostalgico di una vera icona.
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