Carlos “Carlitos” Alcaraz ha vinto la finale di Indian Wells contro Daniil Medvedev e si porta a casa il terzo titolo Masters 1.000. Una vittoria che lo proietta nuovamente al #1 nel ranking mondiale. Al netto del ritorno in cima alla classifica, il 19enne spagnolo ha dato una enorme prova di forza sia fisica che mentale, lasciandosi alle spalle un periodo di dubbi dovuti alle alte aspettative generate dalle prime vittorie e, soprattutto, dagli infortuni.
Un 2022 non esattamente facile
Carlitos non ha avuto un finale di stagione esattamente facile, dopo un’annata che gli ha regalato tante soddisfazioni ma anche diverse scorie. Il 2022 si è rivelato molto impegnativo, tanto dal punto di vista fisico, per l’accumulo di tornei e partite, che per l’aspetto psicologico, a causa dell‘aumento esponenziale della pressione che ha dovuto sopportare dopo aver vinto gli US Open. Non a caso, sono arrivate alcune sconfitte. Una serie di prestazioni negative in Coppa Davis, quindi ad Astana, Basilea e Parigi. Nella capitale francese si è anche infortunato (strappo addominale) mentre giocava contro Holger Rune.
Un piccolo calvario
L’inizio di un piccolo calvario. Il lavoro di recupero rispetta fedelmente la tabella di marcia fino a quando non arriva un nuovo infortunio: altro strappo, questa volta al muscolo semimembranoso della gamba destra, in allenamento a gennaio. Un contrattempo inatteso quanto sgradito che gli ha impedito di partecipare agli Australian Open. Alcaraz però mostra grande forza di volontà e una gestione di sé impressionante in relazione alla carta d’identità. Torna a impugnare la racchetta a Buenos Aires, il 15 febbraio. Vince in Argentina e quasi si ripete la settimana successiva a Rio de Janeiro contro lo stesso rivale, Norrie. Ma, e ancora una volta, il fisico lo lascia sul più bello: stiramento alla coscia.
Gestione della fatica e della pressione
Ad Acapulco Carlitos non c’era. Scelta non casuale. Ha preferito dedicarsi ad accelerare il suo recupero per poter essere al massimo ad Indian Wells dove infatti non ha sofferto. E, con l’aiuto del suo allenatore, Ferrero, gestisce meglio la pressione: adesso Alcaraz non pensa di essere il favorito o di dover vincere tutte le partite. Né di giocare con il classico bersaglio dietro la schiena. Concetto ribadito in conferenza stampa dopo la conquista del titolo: “Il mio tennis non è migliorato molto dall’anno scorso. Quello che è migliorato molto è il mio modo di affrontare la pressione. Adesso riesco a giocare rilassato”. Il segreto, a volte, è proprio prendere la via più semplice…