Arriva l’inverno e torna il curling, lo sport che ha fatto innamorare gli italiani durante le Olimpiadi invernali di Pechino 2022, grazie all’oro di Amos Mosaner e Sofia Constantini nel doppio misto. In questo momento sono in corso gli Europei, con Retornaz e compagni in corsa per il bronzo, e dunque quale momento migliore per andare a riscoprire questo sport?
Il curling nasce in Scozia, addirittura nel Cinquecento. Uno sport di lunghissima tradizione che l’Italia scopre negli anni Venti del Novecento grazie ad alcuni turisti inglesi, impegnati in lunghe partite a Cortina, e che dagli anni Cinquanta ha un suo campionato italiano. Si tratta di un gioco di squadra, il cui obiettivo è quello di far scivolare le stones (sassi) sul ghiaccio verso un’area di destinazione chiamata casa, formata e contrassegnata da tre anelli concentrici. Le squadre sono composti da quattro giocatori, ognuno dei quali lancerà due pietre per un totale di otto lanci previsti in ogni end (o mano): l’effetto dato ai sassi è quello che fornisce il nome alla disciplina, curl (“a spirale”), da cui curling. Ogni partita è composta da 8-10 mani, i punti si calcolano in base al numero di stone più vicine al centro della casa al termine dell’end. Vince, ovviamente, chi fa più punti a fine partita. Nei quattro giocatori della squadra, ha un ruolo importantissimo lo skip (il capitano), che decide le tattiche della formazione e di fatto arroga a sè i lanci decisivi per risolvere la partita. Per fare un paragone calcistico, è il goleador o il numero dieci, colui che rischia la giocata nel momento decisivo. Le stone vengono fatte scivolare sul ghiaccio grazie alle scope da curling, in uno sport che genera più sforzo fisico di quanto si potrebbe pensare e viene chiamato “scacchi sul ghiaccio”. Sono tre i tipi di lancio: guardie (per proteggere il punto/il centro della casa), bocciata (per “spazzare” il campo) e punti, che possono essere a loro volta appoggi o “promozioni”, quest’ultimo per spingere i sassi più vicini al centro.
Si gioca su una superficie ghiacciata di 146-150 piedi di lunghezza (45-46m) e 14.5 piedi di larghezza (4.4M). La casa è composta da tre anelli concentrici: quello centrale (rosso) è di 1.21m , quello di mezzo (bianco) ha un diametro di 2.44m e quello più grande (blu) di 3.66m. Serviranno come aiuto visivo per determinare i punti e la vicinanza alla house. Vi sono inoltre varie linee che vanno a delimitare il campo. Ma quale attrezzatura serve per giocare a curling? Partiamo innanzitutto dalle stones, che per la loro particolarità non sono reperibili ovunque: il granito utilizzato per produrre questi “sassi” da 17-20kg proviene tradizionalmente dall’isola di Ailsa Craig, al largo della costa scozzese dell’Ayrshire, anche se ultimamente è d’uso una tonalità di granito (Trefor) proveniente dal nord del Galles per le difficoltà d’estrazione dell’iconico materiale scozzese. Ogni stone costa circa 600-650 dollari canadesi. Elaborate anche le scope da curling, che inizialmente erano di saggina ed ora invece sono prodotte in vetroresina o fibra di carbonio, aumentando la velocità di spazzamento e la forza del gesto. Le scarpe da curling, infine, sono normali calzature sportive con una sola variante: una delle due suole, quella di scivolo, viene realizzata in teflon. Si raccomandano anche l’utilizzo di guanti e/o pantaloni termici, un abbigliamento simile a quello utilizzato per praticare lo sci o il pattinaggio, e di un cronometro: ogni squadra infatti avrà un tempo limite entro cui fare le sue mosse.
Sono solo cinque gli impianti dedicati esclusivamente al curling in Italia: Courmayeur, Pinerolo, Cembra (TN), Cortina d’Ampezzo (BZ) e Claut (PN). Il campionato italiano orbita dunque intorno a questi poli della disciplina, così come la composizione della nazionale: dopo anni di dominio delle formazioni di Cortina e Cembra, recentemente è la squadra con sede a Pinerolo ad aver esultato, con due titoli consecutivi nel 2021 e nel 2022. Qui milita, tra gli altri, l’azzurro Gonin.
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