Tre volte campione Slam, due volte medaglia d’oro olimpica e leggenda del tennis britannico: Andy Murray ha annunciato che le Olimpiadi di Parigi 2024 saranno l’ultimo atto di una carriera straordinaria. A 37 anni, dopo quasi due decenni trascorsi ai vertici del tennis mondiale, Murray ha deciso di appendere la racchetta al chiodo, chiudendo un capitolo indimenticabile nella storia di questo sport.
La notizia è arrivata tramite un post sui social media, in cui Murray ha dichiarato: “Sono arrivato a Parigi per il mio ultimo torneo di tennis. Gareggiare per la squadra della Gran Bretagna è stata la parte più memorabile della mia carriera e sono estremamente orgoglioso di poterlo fare ancora una volta!“. Un annuncio che ha scosso il mondo del tennis, lasciando un velo di malinconia tra tifosi, addetti ai lavori e colleghi.
La decisione di Murray arriva dopo anni difficili, segnati da infortuni ricorrenti, in particolare all’anca, che ne hanno limitato il rendimento e la continuità. Nonostante ciò, il campione scozzese non ha mai mollato, mostrando una forza d’animo e una determinazione fuori dal comune, qualità che gli hanno permesso di tornare a giocare ad alti livelli dopo due delicati interventi chirurgici.
Tuttavia, l’ultimo infortunio alla schiena, che lo ha costretto a saltare Wimbledon in singolare, ha accelerato la decisione di dire basta. Murray ha preferito dare l’addio al tennis nel modo che ha sempre contraddistinto la sua carriera: lottando su un campo da tennis, con la maglia della Gran Bretagna cucita sul petto.
E quale palcoscenico migliore delle Olimpiadi di Parigi, dove cercherà di chiudere in bellezza un’avventura sportiva costellata di successi memorabili? Il pensiero va inevitabilmente a Londra 2012, quando Murray, di fronte al proprio pubblico, sconfisse Roger Federer nella finale del torneo di singolare, conquistando la medaglia d’oro e scrivendo una delle pagine più belle dello sport britannico.
Un successo bissato quattro anni più tardi a Rio de Janeiro, con un’altra medaglia d’oro in singolare, a coronamento di un periodo d’oro che lo vide trionfare anche a Wimbledon nel 2013 e 2016, diventando il primo tennista britannico a vincere il torneo dopo 77 anni.
Negli ultimi anni, la carriera di Murray è stata un susseguirsi di alti e bassi, tra tentativi di rilancio e ricadute fisiche. Ma anche nei momenti più difficili, la sua classe cristallina, il suo rovescio a due mani e la sua straordinaria intelligenza tattica non sono mai venuti meno, regalando ancora lampi del suo immenso talento.
Ora, con la consapevolezza di aver dato tutto, Andy Murray si appresta a vivere la sua ultima danza sui campi di Parigi. Un’occasione per i suoi tifosi di tutto il mondo di rendergli omaggio, applaudendo un campione che ha fatto la storia del tennis, dentro e fuori dal campo.
L’eredità di Murray, però, non si esaurirà con il suo ritiro. La sua grinta, la sua umiltà e la sua dedizione al lavoro rimarranno un esempio per le nuove generazioni di tennisti, ispirandoli a inseguire i propri sogni con la stessa passione e lo stesso spirito di sacrificio che hanno contraddistinto la sua straordinaria carriera.
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