Dall’inferno al paradiso in un attimo, con il gol vittoria che ha permesso all’Inter di aggiudicarsi il primo round degli ottavi di Champions (ritorno il 13 marzo) contro l’Atletico Madrid. Ha fatto tutto, nel bene e nel male, Marko Arnautovic, in campo a inizio ripresa per sostituire Thuram, nel frattempo finito ko per un problema all’adduttore destro. Il calcio sa tendere una mano, anche quando ormai tutto sembra essere finito. L’austriaco, arrivato dal Bologna la scorsa estate per fare il terzo attaccante nella rosa di Simone Inzaghi, ha fallito due occasioni incredibili, per poi ribadire in rete una respinta di Oblak su una conclusione di Lautaro Martinez. Facendo esplodere gli oltre 70mila spettatori del Mezza e zittendo i Colchoneros di Diego Pablo Simeone.
“Non sto attraversando un momento facile e pensavo che per me sarebbe finita male pure stavolta visto che le cose non andavano per il verso giusto. Per fortuna il pallone è entrato. È uno dei gol più importanti della mia carriera e ringrazio la gente che mi ha sostenuto. Sono contento per la squadra e per la mia famiglia che era in tribuna”, ha detto a fine gara. E ancora: “Non è mai bello entrare quando un compagno si fa male e mi dispiace per Marcus. So che queste sono le mie occasioni e che sono stato acquistato per fare la differenza quando vengo chiamato in causa. Ci sono riuscito alla terza occasione, dopo che le prime due le avevo fallite. Mi pesava e quando ho visto la palla entrare, ero felicissimo”. Infine: “Dopo l’infortunio (alla coscia destra, a fine settembre, a Empoli, ndr) non ho trascorso un periodo facile: mi serviva tempo per tornare al top e in più nelle ultime partite ho sbagliato tante occasioni. Proprio come oggi. La gente, però, mi hanno fatto sentire che era con me e mi hanno dato l’energia per fare gol”.
Cresciuto nel Twente e scartato dal Chelsea, Arnautovic sbarca all’Inter nella stagione 2009-2010 (quella del Triplete) e trova ad accoglierlo José Mourinho, che lo definirà “il giocatore più pazzo che abbia mai conosciuto”. Un parere già ribadito precedentemente da Steve McClaren, suo allenatore al Twente. Di questi segnali di follia se ne accorge presto anche Eto’o, suo compagno in nerazzurro. Anche perché l’attaccante, una volta arrivato in Italia, ci mette poco a farsi distrarre da fattori extra-campo. Così si fa prestare l’auto dal camerunese, una Bentley Gt 63 dal valore di diverse centinaia di migliaia di euro.
Lui ci sfreccia, la parcheggia e si dimentica di chiuderla. Al suo ritorno, ovviamente, non la ritroverà: gliela avevano portata via nei pressi dell’Hotel Sheraton, in zona Porta Venezia. O cosa dire dei suoi continui ritardi in allenamento? Una volta, però, arrivò cinque ore prima. Ma la seduta agli ordini dello Special One era di pomeriggio e non di mattina. O ancora quando si presentava con le ciabatte alle riunioni con la squadra o quando nel 2012, si è procurato una lesione ai legamenti del ginocchio giocando con il suo cane nel giardino di casa. Uno degli infortuni più bizzarri nella storia del calcio.
La serenità, però, è arrivata anche nella vita di Arnautovic grazie alla moglie Sarah, esperta di fitness molto famosa all’estero. La coppia ha avuto due figlie: Emilia e Alicia. Il calciatore ha più volte raccontato che è stata lei a cambiargli la vita e a farlo maturare. Trovando altre passioni oltre al pallone, come il gin e la vodka. Negli anni, infatti, ha lanciato una linea di liquori prodotta in una distilleria viennese. Porta la sua firma ed è diventata un vero culto tra gli amanti delle bevande alcoliche. Il costo? Cinquanta euro a bottiglia. Insomma, una seconda vita. E con l’Inter cerca di vincere nuovamente la Champions, oltre a quella del 2010, ma stavolta da protagonista. Oltre allo scudetto, il 20°, quello della seconda stella.
Il vero obiettivo del club di viale della Liberazione e di Simone Inzaghi. “Marko è entrato bene, lui e Sanchez mi stanno dando soddisfazioni per come rispondono quando chiamati in causa, si allenano con lo spirito giusto e ci daranno soddisfazioni”, i complimenti dell’allenatore nerazzurro. “Thuram ha avuto un problemino sullo scatto con Witsel, nell’azione dopo ha tirato in porta e sentito indurirsi. Nei prossimi giorni vedremo che cosa ha, ma sono cose che possono capitare. Speriamo di non perderlo per tanto tempo”, ha concluso.
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