Zharnel Hughes, obiettivi da raggiungere fissati… sulla lavagna: volare in cielo e in pista. Il recordman britannico sui 100 metri aveva “previsto” di correre i 9’’83, tempi che gli hanno permesso di abbattere un primato che durava da 30 anni eclissando la prestazione di Linford Christie ai Campionati del mondo del 1993. Niente di casuale.
Hughes è il cosiddetto visionario. Lavora per limare centesimi su centesimi seguendo una tabella di marcia che, secondo i suoi calcoli, lo porterà a primeggiare ai prossimi mondiali attaccando il record di Usain Bolt: “Sono certo che prima o poi qualcosa di importante succederà. Spero che sarà ai Mondiali, quando conta davvero”. Per studiare come migliorare, Hughes ha scelto il miglior maestro possibile, lo stesso Bolt. Tutto nasce dal trasferimento in Giamaica, dove l’atleta britannico ha intrapreso l’esperienza di addestramento da pilota d’aereo, altra sua grande passione, che gli ha cambiato la vita sotto ogni aspetto. Al di là dell’oceano ha continuato il suo sviluppo atletico alla presenza delle leggende nazionali dello sprint, Usain Bolt e Yohan Blake, e sotto la guida di Glen Mills, l’allenatore che ha aiutato Bolt a raggiungere i suoi otto titoli olimpici. Quando ha visto Bolt per la prima volta, ha pensato che fosse uno di quei momenti in cui sarebbe servito necessariamente un pizzicotto ma da allora è diventato un buon amico dei due uomini più veloci della storia. E adesso prova a superarlo.
L’impresa non appare effettivamente impossibile, considerati tanto i margini di crescita di Hughes, che la struttura fisica di Bolt, non molto lontana. I due hanno in comune un “telaio” molto simile. Entrambi molto alti, sono accomunati anche la meccanica di corsa, in particolare fuori dai blocchi. Hughes non comincia come un proiettile, ma quando parte in progressione diventa quasi inarrestabile, mettendo a terra una potenza straordinaria. L’obiettivo immediato del britannico è una doppietta ai Campionati del Regno Unito a Manchester in questo fine settimana, che include anche le prove mondiali. “Non vedo l’ora di gareggiare. Amo quello che faccio. Mi diverto ora e sono più rilassato perché lavoro duro. Questi sono i momenti per uscire e mostrare al mondo che ho lavorato. Sono orgoglioso di essere stato in grado di realizzare qualcosa che desideravo ottenere da molto tempo. Allo stesso tempo, il lavoro non è ancora finito, ma tutto sta andando bene adesso”. Dove scrivere la storia dei campionati del mondo e dei 100 metri piani? L’obiettivo è fissato: Budapest
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