PALLACANESTRO. Inizia con il botto il campionato di A1 maschile di Basket: l’Enel Brindisi batte per 88-80 l’EA7 Milano dopo una partita caldissima dal punto di vista delle emozioni. Dopo un inizio equilibrato sono i padroni di casa a spingere il piede sull’acceleratore con i canestri di Lewis e James che firmano il 12-7 e successivamente il 18-13 che costringe Banchi a chiamare time out. Milano reagisce ma l’Enel gioco in controllo chiudendo il primo quarto con cinque lunghezze di vantaggio (20-15). Nel secondo quarto l’inerzia della gara non cambia: è sempre Brindisi a dettare i ritmi del gioco (32-21 al 14′) che costringono l’EA7 ad inseguire. Non tarda ad arrivare lo scatto d’orgoglio dei lombardi: Samuels, Gentile e Melli firmano il 7-0 con cui Milano ritorna a due soli possessi di distanza presagio del break piu’ sostanzioso (5-20) che permette agli ospiti di imboccare il tunnel degli spogliatoi in vantaggio (37-41). Alla ripresa del gioco Brindisi torna in campo piu’ determinata: riprende in mano il pallino del gioco (41-41 al 23′) ritrovando il massimo vantaggio (77-64) con un canestro da sotto di Todic. Langford, top scorer della serata (29) è l’unico dei biancorossi a crederci fino in fondo. Nel finale arriva l’espulsione del capitano dell’EA7, Gentile, mentre il pubblico brindisino festante saluta l’esordio vincente in campionato.
Pochi problemi per i campioni d’Italia della Montepaschi Siena che ha sconfitto la Vanoli Cremona con il punteggio di 97-82. I senesi, reduci dalla vittoria di martedì in Supercoppa, giocano sul velluto e chiudono in scioltezza dopo un primo tempo sostanzialmente equilibrato. Cremona si era tenuta a galla grazie alla vena del croato Spralja, autore di 10 punti nel primo periodo. Nel secondo Siena prova la fuga a più riprese: una schiacciata di Hunter vale il +9 (28-19), ma Cremona ricuce fino a -3 sul 35-32 per i padroni di casa. Le triple di Carter e English riaprono le distanze fra le due squadre, con Siena che a 2′ dalla sirena è avanti di 12 lunghezze (48-36). La Vanoli però non vuole piegarsi e con un parziale di 5-0 va al riposo sotto di sette lunghezze. Il terzo periodo vede la Montepaschi tenere sempre un margine di relativa sicurezza: 11 punti di margine al 22′ (56-45) dopo la schiacciata di Ortner, poi +14 al 27′ dopo il contropiede vincente di Carter (68-54). La squadra di casa è in controllo del punteggio: Hunter firma il +16 sull’80-64, poi il margine tra le due squadre si amplia anche sopra quota 20 punti.
Cantù supera con relativa scioltezza la neopromossa Pistoia e si aggiudica i primi due punti della stagione. Primo quarto in sostanziale parità fino al 7′. Le squadre si studiano ma l’abbrivio più deciso sembrano averlo gli americani di Pistoia che si buttano in area e prendono rimbalzi offensivi. Cantù si sveglia dal torpore e dopo l’8-10 del 5′ prende in mano il gioco chiudendo il primo quarto a +6, complice l’ottima percentuale nel tiro dalla massima distanza con Ragland che totalizza un 3/4. Il secondo quarto si apre con Galanda a piazzare la tripla che riavvicina Pistoia ma è Cantù a prendere ancora il largo con i tiri da tre di Aradori e Ragland (miglior marcatore della gara con 25 punti al tabellino). L’attacco pistoiese non cala però di intensità e, anche grazie alla superiorità a rimbalzo, i pistoiesi rimangono in partita. Almeno fino a quando la loro difesa non si sfalda consentendo ai brianzoli di penetrare facilmente con Gentile e il solito immarcabile Ragland. Al 17′ arriva il massimo vantaggio interno: +10. Gli ultimi tre minuti prima del riposo Cantù si deconcentra. Pistoia pressa a tutto campo e in un attimo è di nuovo in gara. La provvidenziale tripla di Gibson – autore di 11 punti nella seconda frazione – riduce lo svantaggio a -5. Terzo quarto subito tripla di Aradori, poi Cantù sbaglia tre attacchi di fila ma Pistoia non ne approfitta. E’ invece Jenkins da tre e poi Ragland in transizione a guidare la nuova offensiva dei padroni di casa. La squadra di Sacripanti si porta a +15 e gestisce bene il vantaggio con i cambi di Rullo e Gentile a far fiatare Ragland e un ottimo Jenkins. Moretti d’altra parte si affida all’esperienza di Galanda e prova a fermare l’attacco canturino con la zona. Ultimo quarto tutto in discesa per Cantù. Moretti sprona i suoi a una press zone più incisiva ma la reazione arriva troppo tardi. Una tripla di Leunen e poi di Aradori mettono il sigillo per il finale 87-77.
Davanti ad un tifo assordante e ad un appassionato d’eccezione come Marek Hamsik, la nuova Juve Caserta targata Pasta Reggia di coach Molin batte agevolmente (84-65) l’ambiziosa Umana Venezia. I bianconeri scappano nel secondo quarto chiuso con un parziale di 30-15 e mantengono un vantaggio sempre superiore alla doppia cifra fino alla sirena finale. Fiscalissimi gli arbitri in questa prima giornata, con ben quattro tecnici e tre falli antisportivi fischiati nei quaranta minuti di gioco. I cinque americani della Juve, con il ventiduenne Michele Vitali che gioca un derby familiare con il più famoso fratello Luca (un “duello” vinto ampiamente con 11 punti a 6 e un ottimo 50% al tiro), cancellano subito ogni perplessità sul loro stato di forma mettendo sul parquet un’intensità ed un atletismo visti poche volte a Caserta negli ultimi anni. Nel primo quarto il pivot Moore mette a segno due alley up e una schiacciata, facendo impazzire il Palamaggiò, mentre l’esperto Marco Mordente si fa notare per la bomba del +6 (13-7) che mette la gara sui binari più congeniali per Caserta, che vuole conquistare palla con una difesa attenta e correre in contropiede. Nella seconda frazione Caserta affonda Venezia con ben sei triple, due per parte del play Hannah, della guardia Roberts e di Scott, ala dal tiro preciso. Per l’Umana di coach Mazzon solo Peric e l’ex Andrè Smith, leggermente fischiato all’inizio, poi applaudito a fine gara, sembrano avere ritmo in attacco sebbene riescano poche volte ad avere la meglio sulla stretta difesa di Molin. La Pasta Reggia tiene altissima la concentrazione e spegne le velleità di rimonta veneziane alla fine del terzo quarto, quando Roberts penetra e segna subendo fallo antisportivo e portando la Juve sul +22 (67-45). La gara finisce praticamente qui, nell’ultimo quarto la Pasta Reggia controlla agevolmente e chiude tra gli applausi degli oltre tremila tifosi.
Comincia male per Avellino la quattordicesima avventura nella massima serie. Un discreto potenziale offensivo non supportato da un’adeguata difesa ha decretato la prima sconfitta ad opera di Pesaro, team non certo insuperabile ma efficace soprattutto con Trasolini e Amici. Pesaro, che deve fare a meno di Traini fuori per almeno metà stagione, parte forte con due triple di Amici e Musso, mentre Lakovic stenta a dettare i ritmi giusti favorendo l’avanzata dei marchigiani che in meno di quattro primi sono già avanti di 11 (5-16). Turner domina la manovra segnando e distribuendo palle preziose, mentre sul fronte irpino Hayes ha qualche difficoltà iniziale. Entra finalmente Cavaliero e cambiano le danze. Richardson piazza in chiusura una delle sue bombe che permette ai biancoverdi di tornare in contatto (21-25). Ritorno sul parquet con Spinelli e Cavaliero a dettare i ritmi al posto di un Lakovic non ancora pronto e si ritorna in perfetta parità (25-25). Con Thomas fuori condizione, Ivanov out per infortunio, le maglie della difesa irpina risultano sempre troppo ampie per contrastare le penetrazioni di Musso e Trasolini e inevitabilmente si va al riposo lungo con gli ospiti a +2 (40-42). Una tripla di Cavaliero, oltre a regalare il primo vantaggio (45-44) suona la sveglia anche per Thomas che ne mette otto di fila. Attacco importante ma difesa di burro, quella degli irpini, e Pesaro rimane incollata nonostante Avellino abbia già quattro elementi in doppia cifra. Le due triple firmate da Lakovic fanno la differenza ed Avellino si riprende la testa anche se di un solo possesso. Il finale è convulso: alle penetrazioni di Biligha e Richardson la Vuelle risponde con due missili di Musso. Ancora vantaggio per Pesaro annullato da due ‘scud’ di Thomas ed Hayes (77-76). Un tap-in di Young, un triplo errore dalla distanza prima di Hayes, poi Richardson e infine Lakovic, due precisi affondi dalla lunetta di Young, e Pesaro si porta a casa una vittoria importante quanto insperata con il punteggio di 80-77.
Buona la prima, non senza fatica, per la Cimberio, costretta a disputare le prime due partite casalinghe in campo neutro (si gioca a Casale Monferrato) a causa della squalifica del campo di Masnago provocata dalle intemperanze del pubblico nella settima sfida di semifinale contro la Montepaschi Siena nello scorso campionato. Reggio Emilia si è confermata avversaria quanto mai ostica e per più di trenta minuti ha costretto i varesini all’inseguimento. La Grissin Bon, infatti, ha guidato a lungo la gara, pur senza riuscire ad accumulare vantaggi tali da garantirle la tranquillità (sul 13-22 al 12′ il massimo divario). La Cimberio ha faticato spesso a trovare la via del canestro e non solo per l’assenza di Sakota (squalificato) ma anche per l’imprecisione di Clark e per la giornata non felicissima di Coleman, due tra i suoi attaccanti sulla carta più prolifici. A togliere le castagne dal fuoco alla Cimberio è stata l’accoppiata Ere-Polonara: il primo ha chiuso la gara in grande crescendo con 3-6 da due e uno strepitoso 6-7 da tre punti (29 di valutazione); il secondo (4-7 al tiro e 8 rimbalzi) ha segnato canestri nei momenti importanti. Discreto anche l’apporto di Rush (3-4) e di Scekic (4-7). La Grissin Bon ha ceduto praticamente di schianto nell’ultimo quarto di gioco, dopo avere sofferto per i falli di White e Karl (entrambi alla quarta penalità a cavallo tra terzo e quarto periodo di gioco). Così la Cimberio ha recuperato dopo un lungo inseguimento (59-59 al 33′ l’ultima parità) per poi andare a vincere in apparenza senza troppe difficoltà ma con un vantaggio dilatatosi soltanto nelle ultimissime battute di gara fino al 83-64 alla sirena. Sul fronte reggiano bravo Cinciarini (5-5 al tiro, 6 rimbalzi e 3 recuperi), discreto Antonutti (3-4), in netto calo White dopo una buona prima parte di gara (5-11 e 12 rimbalzi).
Ritorno a casa amaro per la Sutor Montegranaro, di nuovo al Palasavelli di Porto San Giorgio dopo un paio di stagioni giocate ad Ancona, battuta dall’Acea Roma 75-78. Nella prima frazione Roma mette in difficoltà la squadra di casa. Al 7′ Montegranaro comincia ad entrare in partita, rimontando di 7 punti in due azioni coordinate da Cinciarini e Skeen, ma Recalcati chiama i suoi alla panchina davanti al 9-15 cercando di serrare le fila. Mazzola riesce a riequilibrare. D’Ercole, Eziuskwu e Hosley non lasciano spazio e all’8′ il tabellone si ferma al 13-20. Tesa l’aria in campo dopo il fallo tecnico fischiato a Mazzola e contestato dalla tifoseria gialloblu. Nel secondo periodo ad alzare gli umori è Cinciarini al 12′ che infila due punti (22-27), subito però azzerati dalla tripla di Ignerski, che porta Roma a quota 30. La furia della formazione capitolina sembra incontenibile. Tanto che al 15′ la Sutor è sotto di 11 punti (26-37) e sembra aver perso lucidità. Nonostante le incursioni di Mayo (29-37; 32-39), Roma non cede. Mitrovic fa alzare la platea al 27′ regalando 2 punti che ristabiliscono l’equilibrio di gara (34-39). Il pareggio arriva negli ultimi 30″(44-44) e il secondo parziale, grazie ad un libero di Mitrovic, è 45-44. Al rientro dalla pausa lunga i locali continuano a tenere alta la difesa, ma Roma non molla e al 24′ riesce a portarsi in vantaggio (Goss, 47-48). Poi è punto a punto (Sakic 52-48, Baron 52-50, Righetti 52-53), tanto che a 50″ dalla sirena i marchigiani raggiungono di nuovo il pareggio 57-57. la terza frazione però è di Acea: 57-59. Ultima frazione senza colpi di scena, ma con una rimonta serrata dei locali, ostacolata da una Roma determinatissima. A 5′ dalla sirena finale Montegranaro riesce a strappare il 67-66, poi Goss infila sei punti di seguito (67-72 al 37′), ma Montegranaro non perde la speranza e riesce a portarsi sotto di 1 (73- 74). Euforia momentanea perchè Roma riesce a chiudere la partita sul 78-75 a proprio favore.