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Basket: una bella Milano supera Siena 66-56

BASKET (Milano).  E’ come fare la guerra, ma fa godere infinitamente di più. Quando è Milano-Siena è battaglia, confronti di menti, strategia, duelli uno contro uno, ma nel dipanarsi di un evento corale. Se le squadre ci mettono 3 minuti per bucare la prima retina e fanno 20 punti in due nel primo quarto, peraltro equamente divisi, è per un motivo soltanto: tutti i dieci in campo e gli altri in panchina, si staccherebbero un braccio pur di non perderla. Ne esce un confronto stilisticamente brutto, con uno strappo da una parte (di Haynes) e uno dall’altra (di Langford). Inutile raccontare uno sviluppo delle azioni fino a 1’06” dall’intervallo: quello è il momento in cui Siena pare prendere il largo (20-29). Non è così, perché da quel momento diventa una partita di Moss. Lui la prende per i capelli e la butta a terra, la apre con le triple, anche se non la chiude. Siena poco può contro il suo ex che la buca, ma molto può con gli altri. L’intervallo dice 31 a 28 per Siena. Allora nel terzo quarto la questione si fa ancor più guerresca, più sporca in difesa, con quelle trincee scavate attorno alle bocche da fuoco senesi dai guastatori di Banchi. E l’attacco? C’è il passator cortese Daniel Hackett che innesca quasi sempre le mani di Moss che dice “più 7” a una manciata di minuti dalla fine del 3° periodo (44-37 Milano) aprendo la situazione al primo strappo decisivo che arriva al 30° con il tabellone che dice 50-42. I quarto periodo è una sinfonia dei due attaccanti più puri di Milano: Moss e, soprattutto Langford che, con una perfezione da macchina mette i tiri più importanti che sanciscono il trionfo dell’EA7. Quando arrivano gli ultimi 60 secondi il Forum è in piedi per il 66-53. Ci si accorge così che la nobiltà del Campionato ha cambiato padrone. Il tutto al termine di una partita in cui le difese sputano sangue, ma fanno vedere anche un basket eccellente. Spiccano sui tabellini i 20 di Langford, i 16 di Moss, mentre in tre si dividono i punti di Siena: Hunter 12, Haynes 12 e Carter 10. Il resto è polvere di stelle per il 66-56 finale.

Le altre partite della giornata:

VENEZIA-PESARO 89-65. Bella vittoria per la Reyer che si qualifica per le final Eight di Coppa Italia piegando una Pesaro che resiste 25 minuti. Una volta contenuto il temibile Anosike, il resto è tutto più facile per Smith e soci. Festa per due grandi ex della squadra veneta come Alvin Young e coach Dell’Agnello.

BRINDISI-SASSARI 89-80. La sorpresa tra le sorprese si materializza con la vittoria della Enel che doveva soltanto mettere sotto Sassari per assicurarsi il titolo di regina (inaspettata) d’inverno. La squadra pugliese lo fa grazie a una bella percentuale da tre punti, ma anche e soprattutto grazie alla capacità di sofferenza che dimostra quanto Diener e la banda di Sacchetti si rifanno sotto e si portano in vantaggio dopo essere stati a -15. Finisce punto a punto, ma all’ultimo soffio l’Enel piazza un 11-0 che chiude la pratica.

BOLOGNA-CANTU 69-78. La Granarolo non riesce a consolarsi con una vittoria di prestigio per l’uscita dalle zone della Final Eight, mentre Cantù si conferma squadra buona per frequentare i piani nobili della A1. Meraviglioso il trio Jenkins 18, Uter 18, Ragland 15.

VARESE-ROMA 78-86. Roma continua il suo campionato di vertice soprattutto grazie alle giocate di Taylor e di Baron. Efficacissimo, per il team di Dalmonte, la versione con un quintetto piccolo, veloce e molto temibile dai tre punti.

CASERTA-PISTOIA 80-74. Sorride di nuovo la Pasta Reggia e lo fa vincendo contro Pistoia e consolandosi, così, per la cessione del posto delle otto regine di coppa Italia a Venezia. Per Pistoia c’è la conferma di un pessimo score fuori dalle mura del proprio palazzetto.

MONTEGRANARO-CREMONA 90-95. Ci pensa Jackson a 41” dalla fine a mettere la tripla che regala alla Vanoli tre punti tre di grandissimo valore in chiave salvezza

Francesco Facchini

Di professione #sharindaddy, racconto storie da 30 anni. Ho un futuro dietro le spalle fatto di un Mondiale e due Olimpiadi, ma anche di esperienze giornalistiche in ogni tipo di medium (oh, è latino, mi raccomando). Amo il calcio, quello vero, ma da quando ho visto la fiamma olimpica non mi sono più riavuto.

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