Precipitato nel ranking, più sulle pagine di cronaca rosa che dello sport nelle ultime settimane per la frequentazione con Melissa Satta, Matteo Berrettini deve ripartire dal 24 posto della classifica ATP, un ridimensionamento che però lo spinge a riprendersi quello che ha lasciato per strada.
Berrettini ha deciso di ripartire dall’ATP 500 di Acapulco. Né Europa né Sudamerica. Una scelta di campo, lontano da Sinner. E forse anche dai paragoni. Il tennista romano tornerà in campo in Messico, dove incrocerà immediatamente avversari di primissimo livello per testare forma fisica e ambizioni in vista di un 2023 che potrebbe rivelarsi il crocevia di un ragazzo che è stato il primo finalista di Wimbledon ne 2021, ha sollevato l’ultimo trofeo al Queen nello scorso giugno, completando la doppietta dopo Stoccarda.
Poi, il buio. Acapulco, in questo senso potrà dire molto: in Messico troverà Tsitsipas, Ruud, e la testa di serie numero uno Alcaraz. Abbastanza, insomma, per mettersi in discussione e trovare risposte. La buona notizia è che Matteo, come assicurato dallo storico coach Santopadre, è in buona condizione fisica.
Berrettini deve tornare a essere competitivo anche e soprattutto per porre fine alle voci riguardanti la sua vita privata e le critiche. Le dichiarazioni Nicola Pietrangeli non sono passate inosservate. Senza mezzi termini, la gloria azzurra del tennis ha lasciato andare una prima di servizio piuttosto pesante. “Matteo si sta dedicando più alla pubblicità che al tennis. Non vorrei facesse la fine di Filippo Volandri, che dopo aver battuto Roger Federer a Roma, non vinse più una partita. È un bravo ragazzo, fantastico dalla vita in su…”. Berrettini ha ammesso di aver commesso qualche errore.
“La carriera di un professionista non è facile, prendo 50 aerei, viaggio in tre continenti diversi, ci si deve adattare a temperature e climi diversi. Ho subito lo stress legato ai primi risultati, sono arrivato ad avere delle afte in bocca. Non ero abituato a gestire tutta questa pressione, ho anche commesso degli errori, facendo di testa mia senza ascoltare il parere di chi mi stava vicino e mi voleva bene. Sbagliare fa parte della crescita. Sono e resto comunque innamorato del tennis, ho fatto appassionare la gente, mi sono sentito parte del movimento e un piccolo traino dello sport italiano. I guadagni? Tanto, in relazione a quello che avrei pensato. Inizialmente il mio obiettivo era quello di poter vivere col tennis, sicuramente non quello di fare la storia”. Beh, è arrivato il momento di riprendere la penna in mano…
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