Un’impresa sicuramente favorita dalle condizioni di rarefazione dell’aria della capitale messicana, condizioni che però favorivano allo stesso modo tutti gli atleti. Il salto di Bob Beamon rimase record del mondo per 23 anni sino agli 8.95 di Mike Powell ai Mondiali di Tokyo, è tuttora record olimpico e seconda prestazione mondiale di sempre. La rivista Sports Illustrated ha inserito l’impresa messicana di Bob Beamon tra le cinque migliori momenti sportivi del XX secolo.
Su La Stampa. Bruno Perucca commentò (in fondo prevedendo un futuro che sarebbe arrivato anche se non foriero di risultati come atteso) “Pareva che i risultati da fantascienza dell’atletica leggera di questa Olimpiade a 2270 metri di quota, con il tartan e con il vento sempre favorevole ma non troppo, avessero raggiunto il tetto con la competizione del salto triplo.
Ieri è accaduto di peggio, ed è veramente il caso di usare questa parole perchè la misura di metri 8,90 con la quale l’americano Bob Beamon ha vinto il salto in lungo, ha praticamente “ucciso” tutte le gare future di questa specialità, non si sa per quanti anni; almeno per quanto riguarda l’Europa dove certe condizioni ambientali sono difficilmente ripetibili. Occorrerebbe fare una pista in tartan al Colle del Sestriere, ma si snaturerebbe lo sport, diverrebbe per certe gare una palestra da mondiale. Invece qui è tutto normale, è logico che Città del Messico, una delle più grandi capitali del mondo ospiti i Giochi”.
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