“Essere chiamata maiale per aver osato mangiare un biscotto in più”. È il racconto di Carlotta Ferlito, ex ginnasta che ha partecipato alle Olimpiadi di Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016, a Verissimo, nella trasmissione di Canale 5 di Silvia Toffanin. Ha ripercorso le tappe della sua vita, dai successi sportivi alle sfide più difficili. “Nessuna ragazzina dovrebbe essere presa a sberle, umiliata se chiede di andare in bagno, costretta a fare esercizi dove rischia l’osso del collo solo per punizione”, aveva detto Carlotta Ferlito in un monologo a “Le Iene”.
Concetti ribaditi da Silvia Toffanin: “Essere chiamata maiale per aver osato mangiare un biscotto in più. Io ho parlato con la convinzione che se provi a far sentire la tua voce, alla fine qualcuno ti ascolta. Questo sport non può e non deve essere più fatto di violenze psicologiche e fisiche. Voglio decidere come, quando e dove inizia e finisce la mia carriera, essere autonoma, anche scomoda se serve, non obbedire a nessuno. Io ogni giorno cerco di migliorare, proprio come facevo in passato da atleta, solo che oggi lo faccio da persona, da donna. E stavolta lo faccio da sola, senza nessuno che possa decidere per me cosa è giusto e cosa è sbagliato”.
Carlotta Ferlito ha detto addio alle gare nel 2019. Ha intrapreso altre strade: si è laureata con lode in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università Iulm di Milano. Un anno prima aveva partecipato al talent show “Dance Dance Dance 2” nel 2018 e ha poi pubblicato tre libri. Fino a dover fare i conti anche con il lato oscuro della sua esperienza sportiva raccontando gli aspetti negativi e le umiliazioni sportive. Ha parlato di tutto. Anche del suo più grande rimpianto: “Una cosa che mi porto dietro, il mio scheletro nell’armadio, è non aver scelto io la fine della mia carriera. Quando smetti di allenarti tanto, inevitabilmente il tuo corpo cambia. I disturbi alimentari? Quando sono uscita da quelle quattro mura della palestra e mi confrontavo con il mondo esterno, mi sentivo sempre meno sicura. Da lì ho iniziato a non vedermi più, a non mangiare più. Mi sentivo amata e apprezzata solo quando facevo la ginnasta e andavo all’Olimpiade. Poi l’ho scoperto in terapia: era come se la gente non mi volesse più bene”.
Carlotta sta tuttora attraversando momenti difficili. Nel 2022 alla madre Roberta è stata diagnosticata la Sla: “Mia mamma non sarà qui ancora per tanto. Non vedo l’ora che il suo dolore possa smettere di esistere. Fidatevi che vedere mamma spegnersi giorno dopo giorno è il dolore più grande che io abbia mai provato nella vita e penso che non ne proverò mai uno più grande. Mamma non vuole essere intubata. Ognuno dovrebbe essere in grado di decidere quando la propria vita non ha più senso di essere vissuta”.
In questi giorni la signora Roberta è stata trasferita in un hospice: “Quando l’hanno sistemata, ci hanno fatto uscire dalla stanza e quando siamo rientrati ci ha detto ‘Non mi trattate da stupida’, lasciandoci capire che è ancora presente e che vuole aiutarci nella gestione di questa situazione”. Il padre, invece, nell’ottobre 2023 aveva avuto un infarto. Che ha superato. Ma per Carlotta non è stato facile affrontare tutte queste situazioni.
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