Una vera beffa (e ingiustizia, come ha detto lui stesso) per Frank Chamizo, bronzo ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016 e quinto posto a Tokyo 2021, la decisione della Federazione Internazionale di Lotta, la United World Wrestling, che stava indagando su quanto accaduto in Azerbaijan contro Turan Bayramov, nel torneo europeo di qualificazione alla prossima Olimpiade di Parigi, in programma in estate. Come detto, la decisione è una vera beffa per l’atleta italo-cubano: l’azero resta il vincitore del match, mentre saranno sospesi, per periodi diversi, tutti gli arbitri dell’incontro. Un vero e proprio paradosso. La Federazione riconosce gli errori di quel match, ma non cambia il verdetto.
“Secondo l’articolo 53 delle Regole Internazionali di Lotta, in nessun caso il risultato di un incontro può essere modificato dopo che la vittoria è stata dichiarata sulla materassina”, la spiegazione in un comunicato ufficiale. Però, la Camera Disciplinare ha chiesto alla United World Wrestling di inserire Chamizo come testa di serie nel tabellone dell’ultimo evento di qualificazione olimpica, che si disputerà su base mondiale dal 9 al 12 maggio ad Istanbul, in Turchia.
La sospensione degli arbitri
È stato spiegata anche la scelta di sospendere gli arbitri. Lo ha fatto per “le presunte violazioni durante l’incontro di semifinale tra Frank Chamizo e Turan Bayramov agli European OG Qualifier 2024 a Baku. Nonostante le sanzioni, Bayramov rimane il vincitore dell’incontro”. Così “la Camera Disciplinare ha deciso di sospendere da tutti i loro incarichi gli arbitri Roman Pavlov e Ibrahim Cicioglu fino al 31 dicembre 2024, il giudice Ali M. Saiwan fino al 30 settembre 2024, mentre il presidente di tappeto Aleksei Bazulin e i restanti due membri della delegazione arbitrale, Kamel Bouaziz e Casey Goessl, fino al 30 giugno 2024”.
Naturalmente non poteva mancare una valutazione dell’incontro. Le due commissioni istituite per riesaminare il match “hanno convenuto che alcune azioni non sono state valutate correttamente, incluso il mancato rilevamento della passività del/i lottatore/i, e che le consultazioni arbitrali non sono state efficienti: è stato commesso un errore di tempistica e la consultazione di contestazione presentava gravi carenze nel suo funzionamento. Inoltre, hanno segnalato una grave mancanza di discernimento nell’assegnazione dell’organo arbitrale e nella distribuzione dei ruoli durante la sfida di questo specifico incontro”.
La rabbia
Come si può ben comprendere Chamizo non ha esultato. Non ha potuto. Anzi, si è arrabbiato ancora di più: “Grazie Uww per averci detto quello che già sapevamo. Mi è costato quattro anni di lavoro e a loro cinque mesi di sospensione. Questi arbitri come fanno a guardarsi allo specchio? Fratello, Dio ci sta guardando tutti. Continuerò a lavorare duramente e a cercare la forza per sopportare questa ingiustizia”. Da ricordare che l’atleta italo-cubano aveva anche denunciato un caso di corruzione: “Sapevo che avrei dovuto dare il doppio, il triplo in Azerbaigian, perché lottavo a casa loro e avevano comprato tutto. Sono venuti da me offrendomi dei soldi, 300mila dollari, per perdere. Non voglio dire chi, ma è successo la mattina del peso. Ma io li ho mandati a f… perché non rappresento solo me stesso, ma anche l’Italia, la mia Federazione, la Fijlkam, e l’Esercito”.