L’Italia inizia a pensare a come valorizzare le possibili stelle che saranno destinate a brillare nelle Olimpiadi invernali casalinghe di Milano-Cortina 2026. Una di queste è senza dubbio Daniel Grassl, talentuoso pattinatore di figura altoatesino che ha fornito una buona impressione nelle Olimpiadi di Pechino 2022. Andiamo a conoscerlo meglio.
Chi lo conosce, lo descrive come il miglior talento italiano dai tempi di Carolina Kostner. Daniel Grassl, altoatesino come l’olimpionica, sa emozionare e ottenere grandi risultati sul ghiaccio. Nato a Merano nel 2002, il 20enne inizia a pattinare in tenerissima età, a sette anni e sotto la guida di Ludmila Mladenova, per poi spostarsi ad Egna ed essere plasmato da Lorenzo Magri. Le sue prime competizioni, di livello novizio, arrivano a dieci anni circa, mentre inizia a fare sul serio dal 2016 in poi. In quell’anno vince il titolo italiano jr, e nel febbraio 2017 conquista l’argento all’European Youth Olympic Festival di Erzurum (Turchia). Il suo debutto senior avviene al Golden Bear di Zagabria nel 2018: in quell’occasione vince l’oro con tre quadrupli salti mortali nella sua routine e diventa il più giovane di sempre ad eseguire il durissimo quadruplo lutz. L’anno seguente arriva il bronzo mondiale juniores. La sua carriera è un continuo crescendo, che lo porterà a vincere quattro titoli italiani consecutivi a livello senior e l‘argento negli Europei di Tallinn 2022 con uno strepitoso programma libero. Diventa così il sesto italiano a medaglia negli Europei, col miglior risultato dal 1954. E poi, ecco il sogno olimpico nei giochi di Pechino 2022.
Il sogno olimpico di Daniel Grassl inizia con un po d’emozione e qualche imprecisione nello short program, che lo vede classificarsi in 12a posizione. Nel libero, però, arriva una strepitosa prestazione: l’interpretazione dell’azzurro e la sua pulizia tecnica, sommati alle grandi difficoltà d’esecuzione, gli valgono il quarto punteggio complessivo nel free program (187.43). Così facendo, Grassl risale fino al 7° posto col record italiano di 278.07pti, a sole 15 lunghezze dal podio. Una crescita che viene in seguito confermata dal quinto posto nei Mondiali, e che fa ben sperare. L’Italia potrebbe avere in casa un potenziale fenomeno nel pattinaggio di figura maschile, disciplina in cui non siamo mai saliti sul podio: il miglior risultato è infatti il 6° posto di Carlo Fassi a Oslo 1952.
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