ATLETICA. Con le gare di atletica di Rio 2016 in svolgimento e con il caso “Doping di stato Russo” addormentato dalla salomonica decisione del Cio di ammettere, tramite le federazioni mondiali, gli atleti puliti, è passato in secondo piano il caso, choccante, della Yuliya Stepanova, mezzofondista della repubblica ex sovietica che, dopo una squalifica per doping, è diventata la principale Whistleblower del caso Russia nell’atletica, di quel caso evidenziato già nel lontano 2013 da un documentario della ARD. Nelle ultime ore, la Wada ha denunciato un sinistro accadimento che ha letteralmente sconvolto la vita della Stepanova, della prole e del marito, ex ufficiale dell’agenzia antidoping russa (la RUSADA) che ha contribuito a evidenziare lo scandalo della Russia nell’atletica.
Si tratterebbe dell’hackeraggio dell’account del sistema antidoping ADAMS della Stepanova, grazie al quale avrebbero saputo dove si trova, molto probabilmente per “farla tacere”. La donna è nascosta negli Stati Uniti in una località degli Stati Uniti che non è dato sapere. In fretta e furia, l’FBI che le assicura protezione, ha messo in atto il forzoso trasloco della famiglia della Stepanova, subito rintanata in un’altra località