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Sport olimpici

Come sono nate le Paralimpiadi? La storia della competizione

Come e quando sono nate le Paralimpiadi? Vediamo la storia di questa competizione e tutte le curiosità a riguardo

Nella giornata di domani, mercoledì 28 agosto, Parigi accoglierà i suoi primi Giochi Paralimpici e, nel centro della Capitale francese, si svolgerà una Cerimonia di Apertura mozzafiato. Le Paralimpiadi sono un evento sportivo internazionale che raduna atleti con disabilità fisiche derivanti da varie cause, come incidenti o malattie. Sono in pochi, però, a conoscere la storia e i motivi che hanno portato alla nascita di questa competizione. Vediamo, quindi, tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.

Storia, curiosità e caratteristiche delle Paralimpiadi

Della storia delle Olimpiadi ne abbiamo ampiamente parlato in passato, ma in quanti possono dire di conoscere quella delle Paralimpiadi? Le Paralimpiadi hanno avuto origine nel 1948 a Stoke Mandeville, Gran Bretagna, quando il neurochirurgo tedesco Ludwig Guttmann, durante le Olimpiadi di Londra, organizzò i primi giochi per persone con disabilità al midollo spinale. Quattordici uomini e due donne parteciparono alla competizione di tiro con l’arco.

L’idea alla base di questa iniziativa era quella di promuovere il recupero psico-fisico e sociale delle persone con disabilità permanenti attraverso lo sport, evitando l’uso di farmaci come la morfina, comune all’epoca per alleviare il dolore ma anche fonte di dipendenza e effetti collaterali.

Il valore sportivo del lavoro di Guttmann si rivelò particolarmente chiaro durante le Olimpiadi di Londra del 1948. In quell’occasione, Guttmann comprese che lo sport poteva non solo essere una forma di terapia, ma anche un elemento fondamentale nella vita delle persone con disabilità, aiutandole a recuperare autostima e dignità, e favorire il loro reinserimento sociale.

Storia delle Paralimpiadi | Pixabay @Rawpixel – Olympialab

All’inizio c’erano solo 16 veterani che partecipavano a una competizione di tiro con l’arco, una disciplina ancora presente nei giochi paralimpici odierni. Tuttavia, la visione di Guttmann andava oltre questa modesta iniziativa. Quel gruppo di veterani militari, dediti allo sport, avrebbe ispirato due eventi successivi oltre mezzo secolo dopo: i Warrior Games, creati dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti quasi 15 anni fa, con la collaborazione del CIO, ma riservati esclusivamente ai veterani o militari in servizio. Inoltre, il principe Harry, sostenitore della prima partecipazione britannica, ha avuto l’idea di organizzare una competizione simile con l’Invictus Games, l’attuale equivalente militare dei Giochi paralimpici.

Nel 1952, durante i Giochi di Stoke Mandeville che si svolgevano parallelamente alle Olimpiadi di Helsinki, la maggior parte dei partecipanti proveniva da Gran Bretagna, Israele e Paesi Bassi ed erano veterani di guerra. Questo evento rappresentò la prima competizione internazionale specifica per para-atleti e segnò l’inizio di un movimento che, sotto l’influenza di Stoke Mandeville, sarebbe proseguito fino al 1972.

Il suo lavoro attirò l’interesse di Antonio Maglio, un medico italiano che lo persuase ad organizzare un’edizione dei Giochi a Roma, subito dopo la 17esima edizione dei Giochi Olimpici. Grazie alla collaborazione tra i due medici, nel 1960 si tenne a Roma la prima Paralimpiade della storia (ufficialmente riconosciuta come tale nel 1984 dal Comitato Olimpico Internazionale), con la partecipazione di circa 400 atleti provenienti da 23 nazioni. All’epoca, l’evento era denominato Giochi Internazionali per Paraplegici, poiché gli studi di Maglio, documentati nel film “A muso duro”, si concentravano principalmente su persone con paraplegia.

Dal 1960 fino ai Giochi di Monaco del 1972, i Giochi Paralimpici ideati da Guttmann si svolsero nello stesso Paese ospitante i Giochi Olimpici, così che retroattivamente queste edizioni sono conosciute come le prime quattro Paralimpiadi. Tuttavia, vi era ancora molta strada da percorrere riguardo a sedi, attrezzature e finanziamenti, problemi che persistono tuttora. Il cambiamento significativo avvenne dopo il 1988, quando a Seul fu istituita la formula attuale dei Giochi Paralimpici, che si tengono nella stessa città e nelle stesse sedi degli Olimpici, a distanza di due settimane.

Sir Ludwig Guttmann non poté vedere questa evoluzione completa del suo progetto; morì nel 1980 all’età di 80 anni. La sua eredità è notevole, specialmente in Inghilterra, dove lo stadio e il centro di Stoke Mandeville sono stati affiancati da una statua del fondatore in occasione dei Giochi Olimpici di Londra 2012. A lui è dedicato anche il Guttmann Institute. In Catalogna, l’Istituto Guttmann, creato da uno dei suoi pazienti, divenne un pioniere nel trattamento delle lesioni al midollo spinale nel 1965 e continua oggi come centro di neuroriabilitazione.

La prima edizione ufficiale delle Paralimpiadi, comunque, si tenne in Svezia dal 21 al 28 febbraio 1976. Le competizioni, che includevano gare di sci alpino e sci nordico per amputati e ipovedenti, oltre a dimostrazioni di slittino, coinvolsero 98 atleti provenienti da 16 nazioni. Questo risultato fu notevole, considerando che era la prima volta che si svolgevano tali giochi.

Se la fiamma dei Giochi Olimpici prende origine da Olimpia, il fuoco che accenderà i Giochi Paralimpici di Parigi domani trova le sue radici a Stoke Mandeville.

Il simbolo delle Paralimpiadi

Il simbolo delle Paralimpiadi si distingue per colori e design rispetto a quello delle Olimpiadi. Invece dei cinque cerchi tradizionali, il logo presenta tre agitos: uno blu, uno rosso e uno verde. Questi colori sono stati scelti per la loro frequente presenza nelle bandiere di tutto il mondo, mentre il logo simboleggia il corpo, la mente e lo spirito degli atleti con disabilità.

Federico Liberi

Sono laureando in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica

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