i. Una notizia, anche in considerazione dei rapporti freddini (eufemismo) fra i due enti negli anni scorsi. Il disgelo fra Giovanni Malagò, presidente del CONI, e il numero uno di Sport e Salute, Marco Mezzaroma, può certificare l’inizio di un nuovo percorso per lo sport italiano. Restano però altri problemi: i fondi allo sport e l’ennesimo capitolo della telenovela legata alla pista di Bob in vista di Milano – Cortina 2026.
Fondi allo sport: che scontro in Parlamento
Uno dei temi più caldi è lo scontro sulla distribuzione dei fondi. Atmosfera tesa ed inevitabile quanto prevedibile lo scontro in Commissione Cultura della Camera dei Deputati. Protagonisti, Andrea Abodi, Ministro dello Sport e Mauro Berruto, responsabile per le politiche dello sport del Partito Democratico. Oggetto del contendere, la scelta di Abodi, peraltro già annunciata qualche settimana fa, di destinare alle squadre di Serie A una percentuale di proventi generati dalla tassazione degli extraprofitti delle società di scommesse. Secondo Berruto, una scelta che cozza con quanto stabilito dalla commissione e votato all’unanimità: per la cronaca, il provvedimento della Commissione presieduta da Federico Mollicone ha destinato 80 milioni per iniziative legate al sociale e alla diffusione della cultura nelle scuole. Abodi non le ha mandate a dire: “Lei ha un disagio”. Piccata la risposta dell’esponente PD: “Il mio disagio è vedere lo sport nelle mani di un ministro come lei”. Non esattamente in sintonia e sinergia, insomma.
La pista di Bob, ennesimo capitolo di una tarantella
Un altro tema caldo, sebbene si parli di Bob, è la ormai annosa questione della pista dove si dovrebbero disputare i giochi olimpici invernali del 2026. Poche ore e scadranno i termini per aprire le buste per la gara indetta da Simico. Con il cronoprogramma in mano, la palla passa a Malagò che dovrà parlarne con il CIO e verificare la fattibilità di un progetto. Il percorso è chiaro ma non affatto semplice: dopo l’apertura delle buste ci sarà l’assemblea dei fondatori, quindi il 30 gennaio, il cda della Fondazione. Superati tutti questi passaggi, il presidente del CONI dovrà andare al CIO per parlare con Bach e chiedere di modificare la decisione presa a Mumbai. Una tarantella, come definita dallo stesso numero uno dello sport italiano, che si chiuderà solo quando Bach darà l’ok per una pista pienamente funzionante.