Il TAS di Losanna si esprimerà a breve sul caso doping di Sinner, ma cosa rischia il numero 1 della classifica ATP?
Sembrava essersi tutto concluso per il meglio con l’assoluzione di Sinner, ma il ricorso della Wada al TAS di Losanna ha rimesso le carte in tavola. Da un lato, Jannik Sinner cerca di liberarsi dalle preoccupazioni legate al ricorso della WADA attraverso una serie di vittorie. Dall’altro, chi opera frequentemente nel campo della giustizia sportiva ritiene che si potrebbe giungere a una sanzione “simbolica“ che “serva da monito in un caso così significativo” come la positività di Sinner alla sostanza dopante Clostebol. Ma cosa rischia concretamente l’altoatesino? Vediamo tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
Caso Clostebol per Sinner: quali sono i rischi che corre Jannik?
Fondato nel 1984 e riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, il Tribunale di Arbitrato Sportivo è un ente indipendente dedicato alla risoluzione delle controversie legali, normative e finanziarie nel settore sportivo. È composto da 300 arbitri, che sono giuristi o avvocati, provenienti da 87 nazioni. Ogni anno gestisce circa 300 casi. Possono rivolgersi al TAS atleti, club, federazioni, organizzatori di eventi sportivi, sponsor e compagnie televisive.
Ed è proprio al TAS che la Wada si è rivolta per contestare a Jannik il principio di “non colpa e negligenza“ che era stato accolto in prima istanza dall’agenzia per l’integrità del tennis (ITIA) tramite un tribunale indipendente (Sport Resolutions). Se venisse dimostrata l’assenza di precauzioni, evidenziando che l’atleta era a conoscenza del rischio e non ha fatto tutto il possibile per evitarlo, Sinner potrebbe ricevere una sanzione con una sospensione “da uno a due anni“.
Quando si svolgerà il processo?
Di solito, un appello per una questione legata al doping si risolve in un lasso di tempo compreso tra i 3 e i 4 mesi, come nel caso di Maria Sharapova, mentre per una situazione più complicata come quella di Sara Errani ci è voluto un anno. Il rischio per Sinner è quello di dover difendere il titolo dell’Australian Open (12-26 gennaio 2025) senza conoscere l’esito della vicenda.
Il Collegio arbitrale sarà formato da tre giudici che presiederanno alle diverse udienze e emetteranno il verdetto finale: uno sarà designato dal TAS, uno dalla Wada e uno sarà scelto da Sinner. Tre medici esperti e indipendenti dell’ITIA (collegati alla Wada) hanno già stabilito l’innocenza di Jannik in prima istanza: Jean-François Naud, Xavier de la Torre e David Cowan.
L’onere della prova, invece, spetta alla Wada, che ha presentato appello. I suoi esperti dovranno dimostrare che Sinner ha agito con “colpa o negligenza”, oppure contestare la ricostruzione fornita dall’ex preparatore e dall’ex fisioterapista dell’atleta azzurro. Solo su queste basi la sentenza di Sport Resolutions potrebbe essere considerata errata.
Cosa succederebbe in caso di squalifica?
Nel ricorso contro la decisione di primo grado, la Wada ha specificato che la sanzione avrà effetto a partire dalla data della nuova sentenza, il che significa che non sarà retroattiva.
L’assoluzione completa da parte dell’ITIA ha permesso a Sinner di evitare una squalifica, limitandosi a perdere solo 400 punti ATP e i premi per la semifinale di Indian Wells, oltre a dover pagare una multa di 300.000 euro. Anche in caso di una futura squalifica, i risultati e i premi ottenuti fino al momento del verdetto rimarrebbero comunque validi per l’atleta azzurro.
Il verdetto, inoltre, sarà definitivo e non potrà essere impugnato, salvo vizi di forma che potrebbero portare all’annullamento della sentenza e alla ripetizione del processo, situazione per la quale è possibile rivolgersi al Tribunale federale svizzero.
Ci sono stati precedenti simili nel mondo dello sport?
Forse non tutti ne sono a conoscenza, ma ci sono precedenti che sorridono a Sinner e che fanno sorridere tutti i suoi tifosi. Josè Palomino, giocatore dell’Atalanta, ad esempio è stato assolto dopo aver lasciato il suo cane a un vicino di casa, il quale lo aveva sottoposto a cure con il Clostebol (Veterabol), ed era risultato positivo a un controllo.
Una situazione analoga riguarda Matilde Paoletti, tennista, che non era a conoscenza del fatto che il cane dei suoi genitori, preso in custodia, fosse stato trattato con Veterabol: anche lei è stata assolta.
Cosa succederà con i prossimi impegni di Sinner, e nello specifico in Coppa Davis?
Fino a quando il Tas non pronuncerà la sua decisione al termine dell’arbitrato, Jannik sarà libero di partecipare a tutti i tornei (proprio in questo momento è impegnato nella finale del China Opena), inclusa la Coppa Davis.