PALLACANESTRO (Roma). “Vivo un sogno, se sono nella Nba lo devo soltanto alla Virtus Roma e alle intense 5 stagioni vissute qui. Ora vado alla scoperta di un mondo nuovo, ma prima ci tengo a specificare che ad agosto e settembre sarò impegnato con la Nazionale, e voglio far bene, i presupposti ci sono tutti per disputare un grande europeo”. Gigi Datome è franco: vanno bene i lustrini e le paillettes della Nba, ma per la Nazionale non si lesina mezzo watt di energia. La stessa ala di Olbia, sa di non dire un’eresia quando afferma che ci sono gli estremi “per sognare una medaglia”. Certo, se guardiamo all’ultimo quinquennio, l’Italia farebbe bene nemmeno a presentarsi alla rassegna continentale che si disputerà in Slovenia dal 4 al 22 settembre.
Ma dopo che i San Antonio Spurs proprio ieri hanno dato il disco verde a Marco Belinelli, coach Pianigiani come Datome è consapevole che il gruppo che varcherà il confine orientale come tasso di potenzialità è forse il più forte che l’Italia ha mai avuto. E’ vero, mancherà forse il giocatore che se parliamo di talento puro è il miglior azzurro in circolazione, quel Danilo Gallinari ancora alle prese col tremendo infortunio al ginocchio. Ed è altresì vero che la storia patriottica della palla al cesto ci insegna che le medaglie olimpiche e mondiali si sono vinte con i luogotenenti alla Michele Mian o alla Rodolfo Rombaldoni, e non solo con i Riva, i Magnifico, i Myers e i Fucka.
Ma Pianigiani sa che ora l’Italia ha risolto anche l’annoso problema del back court, che negli ultimi anni l’ha fatta dannare. Ora il nostro reparto esterni è di prima fascia. Belinelli a parte, che in sede azzurra può tranquillamente essere impiegato da “3”, il coach sa che Daniel Hackett a 26 anni è diventato un top player europeo, e il trofeo di MVp della finale scudetto lo dimostra. Tanto che il Barcellona e i campioni d’Europa dell’Olympiacos gli fanno l’occhiolino. Ma la novità più clamorosa riguarderà lo spot di playmaker. Se tutto va secondo i piani, a fare da regista titolare in azzurro ci sarà Travis Dinier, lo scugnizzo di Sassari che quest’anno ha a lungo conteso il trofeo di MVP di regular season a Datome. Il più piccolo dei fratelli Diener infatti ha ottenuto il passaporto italiano, visto che i genitori di sua moglie sono italiani (benché essa sia americanissima). Con lui, l’Italia può contare su un motorino stancabile in grado di innescare i vari Belinelli, Bargnani, Hackett, Aradori, Datome, Gentile, Melli e compagnia festante.
Il girone D con Russia, Turchia, Grecia, Finlandia e Svezia è di quelli tosti mica da ridere. Escluse le due scandinave, le altre tre sono tutte serie candidate al podio finale. E come ha specificato Piangiani, la Finalandia è un gruppo solido in piena ascesa. La favorita n°1 all’oro rimane la Spagna campione uscente. Ma dell’Italia, guarda un po’ hanno tutti paura. Tanto che i francesi di San Antonio Tony Parker e Boris Diaw (che Belinelli si ritroverà poi compagni di squadra a ottobre) su L’Equipe l’hanno data addirittura al 2° posto dopo gli iberici. Troppo, forse. O forse no?