Deromidis, ciliegina sulla torta. L’atleta trentino ha conquistato l’oro vincendo la big finale dei mondiali Bakuriani, dove si è consacrato campione del mondo di skicross. É il primo italiano della storia a riuscire in questa impresa.
L’oro è stato il completamento di una carriera iniziata giovanissima e com le stigmate del predestinato. Deromedis aveva già lasciato il solco sulla neve, centrando un terzo posto a dicembre del 2021 e un secondo posto dello scorso anno. La scalata si è così completata al momento giusto. Un oro che ripaga, fra l’altro, anche un debito con la buona sorte. Simone è un classe 2000 che dopo l’esperienza non indimenticabile a Pechino dove ha raccolto solo il quinto posto, è riuscito a recuperare in tempo da un infortunio banale nella dinamica quanto serio per le conseguenze.
Lo sci gli si era impuntato nella neve. Caduta e frattura scomposta della clavicola destra. Abbastanza per metterne a rischio il mondiale. Operato, recupera a tempo di record. Si rimette gli sci a una settimana dal mondiale e torna con l’oro. Un risultato insperato probabilmente anche per il diretto interessato ma che dimostra, ove ce ne fosse ancora bisogno, che il talento è più forte della sfortuna.
Deromedis, trentino doc. Difficile per chi nasce da queste parti, non avvicinarsi a sport differenti dalle discipline olimpiche invernali. E anche questo ragazzo ha seguito il percorso, indossando subito gli sci ma dopo aver provato il salto si dedica anche ad altre esperienze che gli regalino adrenalina. Comprese… le ruote. Appassionato di go – kart, non disegna anche il rollerblade e la mountain bike. Deromedis ama anche passare delle giornate circondato dall’affetto della sua famiglia… e delle mele. Ha trascorso gran parte della sua infanzia in Val di Non, terra delle golden, dedicandosene alla raccolta dei frutti in lunghe camminate all’aperto.
Una passione che non ha ancora abbandonato, non appena le pause dagli impegni agonistici lo consentono. Lo sci alpino, invece gli ha lasciato in eredità la passione per Kristian Ghedina. E non a caso uno degli esercizi acrobatici di cui si rende splendido protagonista è dedicato proprio alla storica spaccata dello sciatore nella gara di Kitzbuel. All’epoca, il piccolo Simone aveva quattro anni. Pochi, ma sufficienti per innamorarsi della neve e dello sport. E iniziare un percorso che sembra appena iniziato e che può portarlo a raggiungere enormi soddisfazioni.
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