Quando gli Stati Uniti hanno chiuso definitivamente i battenti a Novak Djokovic , il tennista aveva in… serbo un piano alternativo. Addio tour nordamericano, Nole si è messo al lavoro per superare i propri limiti. Il fisico continua a dargli qualche problema, almeno quanto la terra rossa, la superficie meno amata da quando ha impugnato la racchetta.
Nel tennis moderno, con un calendario così fitto, c’è già poco tempo per allenarsi, figurarsi per riposare. Il cambio di fuso orario e superficie ha già inciso a Montecarlo, dove sono fioccati i forfait. E dove Djokovic è stato protagonista di un torneo rivedibile. A livello sportivo, il tennista ha regalato una grande gioia ai nostri colori cedendo il passo a Musetti. Un ko che, al netto del risultato sorprendente, è stato l’ennesimo campanello di allarme.
Djokovic è apparso lento, macchinoso, meno dominante con il rovescio e con una tendenza a commettere errori sconosciuta. Ogni giocatore ha le sue preferenze quando si tratta di superfici. Djokovic è cresciuto sulla terra battuta, e qui ha mosso i primi passi. Tuttavia giocarci non si adatta al suo stile nonostante vi abbia vinto anche grandi trofei. Da perfezionista qual è, però, lo stesso serbo ha ammesso di dover lavorare molto di più per trovare la qualità che cerca.
Al momento, e nonostante gli allenamenti extra, Djokovic non ha ancora sciolto le riserve su Roma anche se tutto lascia credere che il Master 1000 della Capitale sarà la sua prossima tappa in vista del Roland Garros. Non è un segreto che Nole sia a caccia dell’affermazione a Parigi, torneo che, qualora non ci fosse Nadal, potrebbe aprire scenari interessanti quanto imprevedibili. La concorrenza sicuramente non mancherà. Alcaraz in primis. Djokovic ha le idee chiare: caricare le pile per presentarsi nella miglior condizione possibile al Foro Italico ed essere in forma smagliante all’appuntamento con lo Slam francese. L’obiettivo, ovviamente, è arrivare in finale. Magari contro quel Nadal che, dopo l’infortunio in Australia, non si è ancora ripresentato. In questo senso la terra di Parigi potrebbe essere l’epicentro di un duello storico, in tutti i sensi: forse anche per celebrare l’ultimo atto di una rivalità che ha scritto pagine indimenticabili di tennis. Del resto, c’è un discreto plotone di giovani tennisti pronti a raccogliere l’eredità dei due giganti, specialmente sulla terra battuta dove senza il “cannibale” Nadal, c’è tanta carne al fuoco e in parecchi intorno al tavolo…
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