TENNIS (Wimbledon) Sarà la finale attesa, forse non dagli esperti, ma dal tabellone che incoronava Nole Djokovic testa di serie numero 1 e Andy Murray sul secondo scalino. E domenica saranno il serbo e lo scozzese a giocarsi la finale. Infinita è stata la prima semifinale tra Djokovic e l’argentino Del Potro, quattro ore e quarantatre, gli statistici dicono un record a questo livello del torneo, almeno da quando le partite hanno iniziato ad essere cronometrate. Di fronte c’erano due giocatori, il serbo e il gigante di Tandil (è alto 198 cm), che sin qui non avevano ceduto neppure un set. Il match sembrava aver preso una precisa direzione già nel terzo set dopo che Djokovic si era aggiudicato il primo al tie-break e Del Potro aveva risposto con un 4-6 nel secondo. Il numero uno del mondo aveva approfittato di un passaggio a vuoto nel tie break di Del Potro, che ha perso la lucidità dopo aver messo sul nastro un facile smash. A quel punto, in vantaggio di due set a uno, Djokovic sembrava avviato verso una vittoria scontata, soprattutto quando nel tie break del quarto si è trovato in vantaggio 6-4 nonostante l’argentino continuasse a tirare colpi di un’incredibile violenza. Due match point pesantissimi che Delpo ha annullato: quattro punti di fila e 8-6 per il sudamericano vincitore degli US Open 2009, ad appena 19 anni. Tutto rinviato al quinto set, in cui Djokovic ha rischiato sul 2-2, quando ha annullato una pericolosa palla break, per poi strappare il servizio al rivale e chiudere 6-3.
Andy Murray ha avuto le sue gatte da pelare contro il polacco Janowicz; perso il primo set in un tiebreak a 2, lo scozzese ha pareggiato i conti con un break e 6-4 nel secondo set per poi trovarsi sotto 1-4 nel terzo set. Proprio in quel momento Murray ha avuto il guizzo del campione mentre improvvisamente il tennis potente di Janowicz si è inceppato. Cinque game di fila e 6-4 per il beniamino di casa. Il ventiduenne di Lodz ha preteso la chiusura del tetto e le luci artificiali aggrappandosi alla scarsa visibilità, dato che erano già quasi le nove di sera. Tanti fischi del pubblico, qualche protesta di Murray, ma alla fine Janowicz l’ha spuntata. Stop di 28 minuti per chiudere il tetto, ma al rientro il britannico ha chiuso la pratica senza più rischiare nulla. A condannare il polacco è stato un terzo game giocato in modo disastroso: prima un doppio fallo, poi un facile diritto in rete, hanno consegnato il break allo scozzese. Un game fatale al polacco, che poi ha perso la testa sotto 5-3: ancora due doppi falli (11 in totale) sul 30-15: 30-40 e risposta vincente di diritto di Andy che ha chiuso 6-3.