SOCHI 2014. A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. La nostra impressione è che oggi all’Iceberg Arena si sia assistito all’ultimo atto di una sceneggiata che la fama di Evgeny Plushenko e il palcoscenico olimpico non meritavano. Dopo la sconfitta ai Campionati Nazionali, un mese fa, lo zar aveva improvvidamente detto di voler solo partecipare alla prova a squadre delle Olimpiadi, una via diritta per arricchire la sua bacheca di una più che probabile medaglia d’Oro. Il problema, sollevato all’epoca, era che avendo la Russia un solo posto nella gara individuale questo sarebbe stato bruciato in questo caso. A farne le spese fu Maxim Kvortun che sul campo, secondo i criteri stabiliti dalla Federazione russa, si era conquistato la partecipazione olimpica.
Con lui al posto dello Zar, la Russia avrebbe comunque vinto il Team Event e non sarebbe finita, in ogni caso, sul podio nella prova individuale. L’idea che lo stop di oggi, non per un incidente drammatico ma per un dichiarato fastidio all’atterraggio di un triplo axel di riscaldamento, sia stato deciso da molto tempo, questa sera ci perseguita. Se così fosse il fascino dello Zar perderebbe qualche punto, di sicuro ci ha perso lo sport.
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