NOTIZIE (Capodistria). Un’altro choc azzurro, un’altra emozione fortissima è arrivata dagli Europei Basket 2013. E non molti ci avrebbero scommesso un soldo. Tutti, ma proprio tutti, infatti, avevano pensato che la vittoria contro la Russia fosse una vittoria fantastica, ma “sì, beh, però, mah sarà un caso”. Invece la nazionale di Simone Pianigiani ha sfoderato una prestazione praticamente mostruosa al cospetto della più quotata Turchia battuta in modo netto per 90-75. Quello che ha emozionato il pubblico e gli spettatori, però, non è la dimensione della vittoria, ma la qualità espressa dal gioco di Aradori e soci che hanno tirato fuori una prestazione dalle sbavature pari a zero. Lo hanno fatto invertendo i fattori della partita del giorno prima se è vero, come è vero, che Datome ha detto “virgola” e che in regia è partito Cinciarini al posto di Diener.
In panchina dall’altra parte c’è Tanjevic e i ricordi volano, in campo c’è Cetin che fa andare di traverso l’inizio dell’incontro (12-19). Da quel momento in poi, tuttavia, si assiste al crescendo azzurro che fa vedere una dote eccezionale per una squadra. Ieri il monumentale Dadome aveva portato in dote un eccezionale 25 con 6 su 9 da 2 e 3 su 4 da tre. Beh, oggi Datome “passa” e la velocità con cui il resto degli esterni e comunque tutto il quintetto capisce di doversi prendere le sue responsabilità. E allora dopo quel 12-19 sale in cattedra Melli che non ne sbaglia una, lasciando poi il posto, a seconda delle occasioni, a frombolieri come Aradori (23 punti alla fine), Gentile (20 marcature) o Belinelli (17 punti). Nel secondo tratto di gara è una sinfonia azzurra: mai un tiro sporco, mai una sbavatura in difesa, con una Turchia che non ci capisce un’ acca. E Turkoglu? La stella ha sonno, molto sonno. Così va via una partita da non crederci, da stropicciarsi gli occhi con il plus del terzo quarto nel quale va Aradori sotto i riflettori. Il guastatore fa 17 punti nella frazione con un 7/7 al tiro e con l’Italia che lo segue a ruota bucando da tre col 60%. Al 28° il tabellone dice 68-49 e il pubblico, a quel punto, è tutto una rumba per l’Italia. La Turchia è spompa e fa liberare nel finale anche la verve di Gentile. Si chiude sul 90-75 ed è un trionfo che porta autostima. Tanta. Autostima che, tradotta sul campo, porta l’Italia lontano.
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