La F1 Academy è un campionato di corse monoposto tutto al femminile, nato nel 2023 con un’idea precisa: dare alle donne l’opportunità di fare breccia nel mondo della Formula 1, con un’intero campionato dedicato.
Si tratta di un progetto ambizioso e contro corrente che vuole essere una palestra per queste giovani atlete, per prepararle a competere a livelli più alti, ovvero per passare alla Formula 3 e, nel migliore dei casi, direttamente alla Formula 1, categoria in cui hanno corso solo 5 donne dal 1950 a oggi.
Quando si pensa all’accostamento donne-motori, infatti, di solito la donna non è mai dietro al volante ma sorregge un ombrello para sole per il pilota all’interno della monoposto o a cavallo della sua moto.
Per fortuna, la F1 Academy sta finalmente cambiando questo paradigma. Le giovani donne pilota stanno guadagnando sempre più terreno e secondi preziosi, dimostrando al mondo di poter raggiungere, e perché no? Anche superare i livelli dei colleghi uomini.
Ogni pilota deve affrontare un percorso difficile per poter arrivare a competere nel campionato di F1, fatto di duro allenamento, privazioni, impegno, fatica e determinazione.
Tutto questo per anni ha fatto credere al pubblico del motorsport che una donna non avrebbe potuto reggere certi ritmi di allenamento, o la pressione a cui una monoposto ti sottopone mentre la spingi al massimo in pista. Ma le giovani donne pilota della F1 Academy stanno dimostrando al mondo che questo pregiudizio è completamente infondato, e che anche una donna può arrivare a competere agli stessi livelli di un uomo e a sopportare lo stesso rigido allenamento fisico e psicologico.
A capo di questo progetto al femminile c’è una donna, Susie Stoddart Wolff e se il suo cognome vi suona familiare è perché si tratta della moglie di Toto Wolff, Team Principal della scuderia Mercedes, ma oggi non vogliamo parlare di lui.
Susie è stata una donna pilota di talento, infatti ha cominciato a guidare kart a soli otto anni, arrivando a correre nella Formula Renault Winter Series prima di gareggiare nel campionato britannico di Formula Renault nel 2002. Ma l’apice del suo successo lo ha raggiunto nel 2012, anno in cui è arrivata a coronare il suo sogno di correre in Formula 1 per la Williams.
Possiamo dire che Susie abbia dedicato tutta la sua vita al mondo delle corse e che probabilmente abbia dovuto abbattere parecchi pregiudizi durante la sua carriera…battaglie che l’hanno spinta a fondare la F1 Academy, forse per concedere a giovani donne pilota l’opportunità che lei ha dovuto sudarsi parecchio.
Il suo obiettivo è quello di fare in modo che una donna pilota non sia più un’eccezione ma diventi regola e superare il gender gap che ha regnato sovrano nel motorsport per troppo tempo.
“La Formula 1 è l’apice dello sport, quindi bisogna essere al suo livello, questo significa prendere una ragazza giovane a livello di karting, seguirla lungo tutto il percorso in modo che sia pronta a competere in Formula 1. La W Series è ottima, perché crea l’opportunità di far gareggiare le ragazze, ma dobbiamo essere realistici sul fatto che per arrivare alla Formula 1 bisogna gareggiare contro gli uomini. Quindi la segregazione dello sport è forse buona per creare opportunità, ma non sarà la soluzione duratura”.
La speranza di Susie, quindi, è che le sue ragazze possano presto fronteggiare direttamente i piloti di Formula 3, senza più divisioni di categorie basate sul genere.
Si tratta di un campionato composto da 5 team con monoposto guidate unicamente da donne. I regolamenti sono gli stessi in vigore per la Formula 4 e a partire dall’edizione di quest’anno, verranno assegnati per le prime cinque pilote classificate, anche punti validi per la Superlicenza FIA, ovvero la licenza necessaria per poter correre in F1.
Il calendario 2024 prevede sette date che seguiranno il Campionato Mondiale di Formula 1. Ma non è l’unica novità introdotta in questa stagione, infatti ai 5 team della scorsa stagione, riconfermati anche quest’anno, sono andati ad aggiungersi dei nuovi volti: ogni team della Formula 1 ha deciso di credere in una giovane nuova promessa e di fare in modo che rappresenti la scuderia all’interno della F1 Academy.
Così, Doriane Pin correrà per Mercedes, Maya Weug per la Ferrari Drive Academy, Hamda Al Qubasi per la scuderia RedBull e Bianca Bustamante per la McLaren, per un totale di 16 ragazze pronte a dimostrare il loro valore sulle stesse piste in cui si corre la F1. Questo ha il sapore di un sogno per molte di loro, che fin da piccole hanno dovuto affrontare parecchie difficoltà per riuscire ad arrivare dove sono ora, un po’ come Bianca.
Bianca Bustamante è diventata un vero e proprio volto della F1, guadagnandosi l’affetto tutto il fandom femminile della F1 rimasto colpito dalla sua storia e dai contenuti che la giovane condivide sui social riguardo al suo duro allenamento e i suoi ritmi di vita.
Giovane stella emergente di origini filippine, Bianca ha solo 19 anni ma non vede l’ora di dimostrare il suo talento e la sua grinta.
Ha cominciato a correre all’età di 5 anni sui kart e da allora ha fatto una promessa a suo padre: lei avrebbe corso in F1, e possiamo dire che stia facendo passi da gigante per mantenere la sua promessa.
Bianca non solo corre per l’ ART Grand Prix della F1 Academy, ma fa anche parte del programma di sviluppo piloti della McLaren.
Arrivando da una famiglia umile, con poche disponibilità economiche, Bianca ha visto i suoi genitori fare parecchi sacrifici per aiutarla a realizzare il suo sogno, ma ha cercato di ricompensarli presto, vincendo diverse borse di studio per arrivare a competere i livelli in cui si trova ora.
Insomma, una giovane donna che sa quello che vuole ma che non dimentica da dove è partita e resta umile, motivando tutte le giovani ragazze appassionate di questo sport a continuare a credere nei loro sogni, come lei ha sempre fatto e continua a fare:
“Sono sempre stata l’unica ragazza, in particolare in Asia, a causa della cultura. C’è una grande mancanza di rappresentanza per le donne nello sport in Asia, specialmente nel motorsport, quindi tutto è stato una battaglia. Salire in pista è stata una battaglia, permettersi di correre è stata una battaglia, e questo è tutto prima di arrivare alla corsa vera e propria, che è un’altra battaglia. Ma ho visto una certa bellezza all’inizio nel fatto che ho avuto modo di essere il più femminile possibile e di essere ancora il più veloce possibile in pista – e che il mio essere una ragazza che corre contro i ragazzi non avrebbe mai influenzato la mia performance o chi sono. Quando sei in pista e hai quel casco, niente ti divide davvero: uomo o donna, maschio o femmina non importava: li ho visti come concorrenti, e spero che abbiano visto lo stesso in me.”
Tra i piloti di F1 c’è un consenso diffuso per questa nuova iniziativa, tanto che molti di loro, tra cui Carlos Sainz, Lewis Hamilton, Lando Norris e Charles Leclerc hanno espresso la loro opinione favorevole pubblicamente, e hanno voluto conoscere in prima persona le giovani che la loro scuderia ha voluto includere nel progetto di programma sviluppo piloti.
Ecco le parole del sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, che vorrebbe maggiore inclusione da parte dello sport a cui lui stesso ha dedicato la vita:
“Nei 16 anni in cui ho guidato in questo sport, ci sono stati solo uomini. È un problema. Non abbiamo prestato abbastanza attenzione o dato abbastanza importanza alla mancanza di diversità di genere in questo sport”.
Secondo Susie ci vorranno ancora anni prima di vedere una donna posizionarsi con continuità sulla griglia di partenza di una gara ufficiale di F1, ma la speranza è che la F1 Academy non solo sia davvero un trampolino di lancio per tutte le giovani che per arrivare dove sono hanno dovuto scontrarsi con parecchi muri e pregiudizi, ma che porti ad un cambiamento più ampio e dimostri al mondo del motorsport e non solo, che di fronte a talento passione e determinazione le differenze di genere non possono e non devono contare.
Speriamo che un giorno tutto questo diventi realtà, intanto non perdetevi il prossimo appuntamento di gara in cui potrete scoprire dal vivo il talento di queste giovani leve: i prossimi semafori si spegneranno a Barcellona il 23 giugno.
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