F1, da Horner al presidente della FIA indagato: cosa sta accadendo?

Scoppia un altro scandalo in F1. Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, è finito sotto inchiesta per una presunta interferenza sul risultato di una gara. A dare la notizia era stata la Bbc: il massimo dirigente avrebbe esercitato la propria influenza per annullare una penalità inflitta a Fernando Alonso (Aston Martin) in occasione del Gran Premio dell’Arabia Saudita del 2023. Ed ecco, infatti, che sul dossier finito sul tavolo del comitato etico c’è tutta la ricostruzione di quell’episodio. Una vicenda che adesso fa tremare il mondo della F1, proprio all’inizio della nuova stagione. Nello scorso weekend si è corso in Bahrein e sabato 9 marzo – ancora una volta non di domenica per rispettare il Ramadan che inizia il 10 – è in programma il Gp dell’Arabia Saudita sul circuito cittadino di Gedda. Ma cosa è successo, quindi? In base a quanto raccolto Ben Sulayem avrebbe contattato lo sceicco Abdullah bin Hamas bin Isa Al Khalifa, vicepresidente della FIA per lo sport per la regione del Medio Oriente e del Nord Africa, per spiegare che la sanzione inflitta al pilota asturiano andava revocata.

Mohammed Ben Sulayem
Mohammed Ben Sulayem | ansa epa @Ali Haider

Cosa era successo?

Ricordiamo la vicenda: Alonso era stato punito per un errore grave (e piuttosto clamoroso) che era stato commesso dal team della sua scuderia durante il pit-stop in regime di Safety Car. Ai cinque secondi che gli erano già stati dati per un errato posizionamento in griglia di partenza, ne sono stati aggiunti altri 10 perché mentre scadeva il conteggio, quando mancavano pochi decimi, un meccanico ha posizionato il crick sotto la monoposto così da effettuare in tempi brevi il cambio gomme. Una manovra questa costata cara allo spagnolo, così come era accaduto a Esteban Ocon nella precedente gara in Bahrain, sempre nel 2023). Altra penalità per Alonso e niente terzo posto, conquistato da George Russell (Mercedes). L’Aston Martin aveva presentato ricorso per una falla nell’interpretazione del regolamento. Infatti, la decisione fu ribaltata dopo una discussione tra i team di Formula e la FIA sul caso degli interventi da effettuare sulle vetture che sono ferme ai box per una penalità. “Abbiamo concluso che non esisteva un accordo chiaro – la nota dell’epoca – come suggerito in precedenza agli steward, su cui si potesse fare affidamento per determinare che le parti avevano concordato che un martinetto che toccava un’auto equivaleva a lavorare sull’auto”.

L’articolo 54.4c) del regolamento sportivo recitava così: “Mentre una vettura è ferma nella corsia dei box a causa di una sanzione ai sensi degli articoli 54.3a) o 54.3b) non può essere sottoposta a interventi finché la vettura non ha scontato tutta la durata della sanzione”. Il caso Alonso portò a un’integrazione della prescrizione con una frase: “In questo contesto, toccare con le mani la vettura o il pilota o gli strumenti o le attrezzature costituirà lavoro”. Adesso la notizia dell’indagine. Anche se alla base della vicenda si mormora che ci potrebbe esserci un’incomprensione nella traduzione dall’italiano. Il rapporto è stato, infatti, redatto da Paolo Basarri, responsabile della conformità degli atti in pista. Ha scritto che gli era stato riportato da un informatore che Ben Sulayem avesse “preteso che gli steward annullassero la loro decisione di assegnare” la penalità ad Alonso. Nel mirino c’è quindi la traduzione del verbo “to pretend”. La Commissione etica dovrebbe prendersi dalle quattro alle sei settimane per pronunciarsi.

L’altro scandalo: il caso Horner

Ma non è l’unico scandalo che sta travolgendo la F1. C’è stato anche quello di Christian Horner, team principal della Red Bull. C’era un’inchiesta nei suoi confronti perché era accusato di aver mandato messaggi a sfondo sessuale a una dipendente per diversi mesi. La denuncia interna in azienda risalirebbe al dicembre 2023. Così il manager britannico era stato ascoltato da un legale indipendente ingaggiato dal gruppo di bevande energetiche per far luce sul caso. Non solo. Ecco un’altra accusa: per tentare di mettere a tacere la vicenda, Horner – che è sposato con l’ex Spice Girls Geri Halliwell – avrebbe offerto alla dipendente una transazione economica di 760mila sterline. Da parte sua, il team principal della Red Bull ha sempre negato ogni accusa spiegando che sta collaborando in pieno con le indagini. La donna potrebbe poi ricorrere alla giustizia ordinaria in Inghilterra per far valere le sue ragioni.

Christian Horner
Christian Horner | ansa epa @Ali Haider

L’assoluzione

Sembrava l’inizio della fine per Horner, ma a fine febbraio, poco prima dell’inizio del weekend in Bahrein (il primo appuntamento del Mondiale, poi vinto da Marx Verstappen), è stato assolto dalle accuse di comportamento improprio partite dalla segnalazione di una dipendente. Una decisione presa dal board della Casa madre, la Red Bull GMBH in Austria comunicando l’esito delle indagini condotte da un legale indipendente per far luce sul caso: “La Red Bull è convinta che l’inchiesta sia stata condotta in modo onesto, rigoroso e imparziale”. Nessun dettaglio sulla natura delle accuse che restano “confidenziali” e “contengono elementi coperti dalla privacy”. La dipendente potrà fare ricorso, ma a questo punto appare difficile che possa ottenere qualcosa di più attraverso le vie interne, l’alternativa resta la giustizia ordinaria.

Come detto Horner aveva sempre negato le accuse e adesso proverà a guiderà la squadra campione del mondo alla conquista di altri titoli, anche perché il suo ruolo all’interno del team non è in discussione. Ha vinto la sua battaglia contro la fronda interna, la fazione austriaca legata a figlio di Dietrich Mateschitz, il co-fondatore della Red Bull scomparso nel 2022, che detiene il 49% delle azioni dell’azienda di bevande energetiche. La maggioranza delle quote però, il 51% è in mano a Vorayuth Yoovidhya, rampollo thailandese e fedele alleato di Horner. Da capire se ci saranno nuovi capitoli. Intanto, i tabloid britannici stanno insistendo sulla crisi di coppia. La moglie Geri Halliwell era arrivata venerdì 1° marzo in Bahrein con un jet privato, 24 ore dopo la diffusione di presunte chat e foto scambiate fra il marito e la dipendente. Si parla di ripercussioni forti sulla coppia. Anche perché l’ex Spice Girls in Gran Bretagna è sempre popolarissima e proprio quest’anno cade il trentennale della formazione della band, una ricorrenza che sarà celebrata con eventi speciali in una probabile reunion. Ma a questo la priorità era un’altra: risolvere la questione familiare, con il “matrimonio in discussione per la prima volta” da quando è stato celebrato nel 2015. O almeno dicono amici e confidenti.

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