Ormai mancano sei gare dei 24 Gran Premi in programma questa stagione. Senza dimenticare i tre Sprint: i punti a disposizione sono 180
Come accade nel Motomondiale, anche il mondiale di F1 sta entrando nel rettilineo finale, giusto per prendere in prestito vocaboli del mondo dei motori. Ormai mancano sei gare dei 24 Gran Premi in programma questa stagione. Senza dimenticare i tre Sprint: i punti a disposizione sono ancora tanti. Calcoli alla mano, il massimo bottino al quale un pilota può ambire è di 180 punti (150 dai Gran Premi, sei dai giri veloci e 24 dalle Sprint). Se il titolo costruttori, dopo il sorpasso avvenuto a Baku, sembra saldamente in mano alla McLaren, l’attenzione è tutta rivolta al campionato piloti.
La situazione è questa: Max Verstappen, campione del mondo in carica, ha un vantaggio di 52 punti su Lando Norris, di 86 su Charles Leclerc e di 94 su Oscar Piastri. È sì un divario importante, ma non incolmabile, dato il livello raggiunto dalla McLaren, che ha vinto tre delle ultime quattro gare (Zandvoort, Baku e Singapore) e non intende di certo mollare proprio ora in questi ultimi sei appuntamenti. I Gran Premi rimanenti si correranno in Texas, Messico, Brasile, Las Vegas, Qatar e Abu Dhabi, con i weekend di Austin, San Paolo e Losail che si disputeranno con il formato Sprint.
Quando è iniziato il campionato mondiale, e visto anche l’inizio spumeggiante del pilota olandese, sembrava una passeggiata per Verstappen correre verso il quarto titolo iridato di fila. Invece, tra aprile e maggio, in casa Red Bull le cose si sono complicate assai con l’addio di Adrian Newey e i primi grandi aggiornamenti McLaren, entrambi fattori che hanno fatto prendere al campionato una piega diversa. L’olandese non vince da otto gare (l’ultimo successo lo ha ottenuto a giugno a Barcellona) ed è ora costretto a difendersi dai tentativi di rimonta degli avversari, Norris su tutti. Certo, il vantaggio sugli avversari è grande, ma non abbastanza per lasciarlo tranquillo.
A inizio stagione non poteva immaginarsi questo duello con Verstappen. Invece, dopo l’ultima vittoria, l’inglese è a 52 punti dall’olandese, consapevole che la possibilità di vincere il titolo è reale. A Singapore la McLaren ha dominato, prendendosi la pole e creando il vuoto in gara. Un fine settimana da protagonista assoluto che può dargli morale e fiducia per un finale di stagione in cui l’aspetto mentale sarà fondamentale. Lui sa che non può sbagliare e deve essere consapevole che potenzialmente è in grado di vincere tutte le gare rimanenti.
Bisogna essere realisti in casa Ferrari: per diventare campione, il monegasco dovrebbe non solo sperare in un crollo di Verstappen, ma anche battere costantemente Norris. Però, c’è da ammettere che la Rossa è arrivata meglio, rispetto alle ultime stagioni, a questo finale Mondiale. Leclerc ha vinto a Monza, lottato per il successo a Baku e si è dimostrato molto competitivo anche a Singapore. Chissà se ora riuscirà a imporsi anche in queste sei gare per aprire la lotta al titolo e sperare nella grande conquista.
Lui è la più grande sorpresa di questa stagione. Ha un ottimo talento e lo ha mostrato a tutti. Come per Leclerc, immaginarlo in lizza per il titolo è difficile, dato che si ritrova tre piloti davanti a sé in classifica, di cui uno con la sua stessa monoposto. Questo non vuol dire che il suo ruolo non sia decisivo in ottica Mondiale. Può ancora riservarci ancora delle belle sorprese.
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