Il kickboxer romano è stato sconfitto dal cinese Feng Rui durante il primo round della finale del torneo K-1 World GP
Sta facendo parecchio discutere l’eliminazione del kickboxer romano Mattia Faraoni dalla finale del torneo K-1 World GP, che si è svolta a Tokyo sabato 14 dicembre. L’evento, strutturato come un torneo a eliminazione diretta tra otto pesi massimi, si svolge dal 1993 ed è amato dagli appassionati della disciplina non solo per la caratura degli atleti che scendono sul ring, ma anche per i possibili incroci di stili. Si tratta quindi di un’occasione molto importante per mettere in mostra il proprio talento e provare a ottenere una vittoria destinata a pochissimi kickboxer. Purtroppo per Faraoni il sogno è finito già al primo round: nonostante una prestazione più spettacolare di quella offerta dal suo avversario, il cinese Feng Rui, non è riuscito ad aggiudicarsi la vittoria.
Il verdetto non ha lasciato a bocca aperta solo gli spettatori occasionali, ma anche gli addetti ai lavori che conoscono a menadito le regole del torneo. La sconfitta ai punti di Faraoni ha dell’incredibile e il kickboxer romano ha già reso nota la propria intenzione di presentare ricorso. Si tratterebbe però solo di una protesta formale, perché il titolo è già stato assegnato al brasiliano Ariel Machado, che nella finale ha sconfitto proprio Feng Rui.
I nuovi criteri di giudizio della K-1 Corporation non premiano gli atleti maggiormente aggressivi e in grado di fare più danni degli avversari, bensì quelli che colpiscono di più a bersaglio e che mostrano la miglior qualità tecnica. Durante l’incontro Faraoni ha sfoderato dei calci girati impeccabili, fomentando il pubblico giapponese e superando l’avversario in termini di spettacolarità. Ma l’incontro che ha disputato non è stato assolutamente tutto fumo e niente arrosto: durante il terzo round è riuscito ad atterrare Feng Rui con un calcio saltato al viso. Questa azione avrebbe dovuto portare al conteggio del cinese e alla vittoria automatica del kickboxer romano, eppure l’arbitro ha scelto di non contare.
Un’azione giudicata inspiegabile anche da un esperto come Carlo Blasi, che da oltre trent’anni è il più noto promoter di sport da combattimento in Italia e che il 14 si trovava a Tokyo proprio per seguire Faraoni dal vivo in qualità di suo manager. “Mi reputo una persona oggettiva e questo verdetto non ha alcun senso. Basti dire che uno dei 3 giudici ha dato il pari in tutti e 3 i round dell’incontro, una cosa credo mai vista nella storia degli sport da combattimento ed assolutamente non verosimile. Ovviamente, nel mio ruolo di manager, ho chiesto la revisione del verdetto per un errore formale: il mancato conteggio di Feng. Attendo fiducioso, anche se ovviamente la cintura è andata. Per cui la volontà è solo quella di fare giustizia per ottenere la rivincita”. Blasi auspica che quest’ultima potrebbe essere disputata all’evento Oktagon, che si svolgerà a Roma nel corso dell’inverno del 2025. In attesa dell’eventuale rematch, Faraoni dovrà comunque affrontare altre sfide, tra cui una difesa del titolo mondiale ISKA (International Sport Kickboxing Association).
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