Il 20 settembre del 2001 a Pavia nasce Federico Burdisso. Per chi gli vuole bene il “delfino”. Soprannome che si presta a un noto spot pubblicitario, ma va sostituito con un termine. Curioso, in questo caso, fa rima con ambizioso. E calza perfettamente a pennello sul ragazzo che sa quello che vuole. Parigi val bene un tuffo in più in piscina per cercare di limare difetti e secondi che lo separano dalla zona medaglia d’oro della specialità farfalla in vista della prossima competizione a cinque cerchi.
Federico, un futuro da re: quanti titoli!
Burdisso non ha mai pensato ad altro che a vincere. L’acqua è il suo ambiente naturale, dove ha subito messo in mostra il suo talento. A soli sedici anni, ai campionati europei di Glasgow 2018, centra la medaglia di bronzo sulla distanza dei 200 metri. Un anno dopo, si ferma ai piedi del podio ai mondiali di Gwangju, ma l’esperienza iridata gli lascia comunque una cospicua eredità. Nuovo record italiano della specialità col tempo di 1′:54″:39.
Il 2021 è l’anno della raccolta. Argento nei 200 metri a Budapest, con ulteriore abbattimento del record italiano. Federico succede a Burdisso fermando il cronometro sull’1’:54’’:28. A Tokyo arrivano due medaglie. Bronzo nei 200 metri farfalla e nella 4X100 misti. E a Budapest arriva anche il sospirato oro nella staffetta 4×100 mista con il record europeo. A Roma arriva il bis. Quanto basta a soli 20 anni, per un futuro da dipingere in cinque cerchi.
L’ansia, questa sconosciuta: ha solo paura di perdere
Il nuotatore italiano non conosce ansie e paure ai blocchi. È divorato dalla voglia di vincere. In una sua intervista rilasciata qualche tempo fa al Messaggero ha spiegato che il suo pre gara è una sorta di auto catarsi. Federico sa già che si sentirà morire dopo i 200 metri, ma ama la fatica e il dolore muscolare. Significa aver lavorato bene.
Difficile, del resto, immaginare qualcosa di diverso per un ragazzo di 22 anni da compiere che ne ha spesi 15 in piscina. Non esclude di provare anche lo stile libero, ma ha idee chiare al riguardo. Solo se avrà tempo e modo di farlo senza alterare le sue qualità in vasca. Parigi per lui non è un sogno, ma un obiettivo. E se arriverà con questa determinazione, tutto lascia credere che il nuoto italiano possa già mettere una medaglia in cantiere in vista delle prossime Olimpiadi. Di che metallo? Federico non lo dice, ma evidentemente non immagina niente di diverso…