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Frank Chamizo non va a Parigi 2024 dopo lo scandalo: cosa è successo

Non ci sarà l’Olimpiade di Parigi 2024 nel futuro di Frank Chamizo. La beffa per l’italo-cubano, bronzo a Rio de Janeiro 2016, si è materializzata a Istanbul, in Turchia. Tutto è avvenuto dopo il verdetto scandalo nel torneo di Baku, in Azerbaigian, che è stato condannato anche dalle autorità della lotta. In terra turca Chamizo è stato eliminato nei quarti di finale (e non ci sarà, quindi, nessun ripescaggio). Una competizione, va detto, nella quale non avrebbe dovuto neanche partecipare. Una beffa dietro l’altra: Chamizo si è ritrovato di fronte un campione del mondo giovanile russo, Chermen Valiev, appena diventato albanese per poter partecipare ai Giochi (Russia e Bielorussia sono ancora formalmente escluse dopo l’invasione dell’Ucraina).

Frank Chamizo, lottatore | ansa @Ciro Fusco

Se il mondo della lotta è diventato tutto questo, allora in futuro serviranno regole rigide su tutti i fronti. Con l’obiettivo di salvaguardarne la credibilità. L’atleta azzurro è andato subito sul 3-0, poi il suo avversario si è fatto medicare per una ferita, infine è stato raggiunto e sconfitto. Inoltre, se Valiev avesse vinto contro il tagiko Viktor Rassadin, avrebbe permesso l’ingresso di Chamizo nel torneo di ripescaggio. Tutto questo, però, non è accaduto.

Amarezza e rabbia

Amarezza e rabbia per Frank. Iniziata il 7 aprile a Baku nella qualificazione olimpica. Il pass per Parigi 2024 Chamizo lo aveva conquistato sul campo contro il lottatore di casa, Turan Bayramov. Ma ai Giochi è andato quest’ultimo perché in quell’incontro furono sollevati tantissimi dubbi sulla decisione arbitrale relativa a un attacco vincente dell’atleta azzurro. Una decisione che aveva fatto infuriare il lottatore già in terra azera, e aveva indignato gli appassionati di lotta. Chamizo prima aveva sfogato sui social la sua rabbia, accusando l’organizzazione del torneo di Baku di essere corrotta e di aver deciso di farlo perdere. Successivamente ha lanciato accuse pesantissime in un’intervista a Repubblica: “Sapevo che avrei dovuto dare il doppio, il triplo in Azerbaigian, perché lottavo a casa loro e avevano comprato tutto. Sono venuti da me offrendomi dei soldi, 300mila dollari, per perdere. Non voglio dire chi, ma è successo la mattina del peso. Ma io li ho mandati a f… perché non rappresento solo me stesso, ma anche l’Italia, la mia Federazione, la Fijlkam, e l’Esercito”. Parole che, naturalmente, avevano scatenato un vero putiferio.

La solidarietà

In questo percorso tortuoso per avere giustizia Chamizo non era rimasto solo. Infatti, era stato appoggiato da uno dei suoi avversari più importanti, Razambek Zhamalov, russo che da questa stagione lotta per l’Uzbekistan: “L’arbitro ha fatto lo stesso con me, stanno rovinando lo sport”, aveva scritto su Instagram. Così come non è mancato il sostegno del presidente del Coni, Giovanni Malagò e alla Uww è stato inviato un reclamo: “Tutte le azioni degli incontri, le decisioni arbitrali e le sfide saranno esaminate attentamente e in modo indipendente per determinare tutte le responsabilità e adottare le sanzioni necessarie e appropriate. Anche tutte le altre dichiarazioni fatte riguardo questo incontro e l’integrità di tutte le persone coinvolte saranno soggette a un’indagine da parte dell’Uww”, il comunicato della Federazione internazionale, che aveva indagato sulla vicenda, ma la decisione era stata ancora più controversa.

Cosa era accaduto? L’azero è rimasto il vincitore del match (con tanto di qualificazione alle Olimpiadi francese in programma la prossima estate, dal 26 luglio all’11 agosto), mentre sono stati sospesi, per periodi diversi, tutti gli arbitri dell’incontro. Un vero paradosso: la Federazione ha riconosciuto gli errori di quel match, ma non ha cambiato il verdetto. Inoltre, la Camera Disciplinare aveva chiesto alla United World Wrestling di inserire Chamizo come testa di serie nel tabellone di Istanbul. Cosa che, invece, non è accaduta. Un errore dietro l’altro con un epilogo devastante: niente Parigi 2024 per Chamizo.

La decisione controversa

La Federazione internazionale aveva spiegato così la decisione: “Secondo l’articolo 53 delle Regole Internazionali di Lotta, in nessun caso il risultato di un incontro può essere modificato dopo che la vittoria è stata dichiarata sulla materassina”. Ed era stata spiegata anche la scelta di sospendere gli arbitri. Una decisione presa per “le presunte violazioni durante l’incontro di semifinale tra Frank Chamizo e Turan Bayramov agli European OG Qualifier 2024 a Baku. Nonostante le sanzioni, Bayramov rimane il vincitore dell’incontro”. Così “la Camera Disciplinare ha deciso di sospendere da tutti i loro incarichi gli arbitri Roman Pavlov e Ibrahim Cicioglu fino al 31 dicembre 2024, il giudice Ali M. Saiwan fino al 30 settembre 2024, mentre il presidente di tappeto Aleksei Bazulin e i restanti due membri della delegazione arbitrale, Kamel Bouaziz e Casey Goessl, fino al 30 giugno 2024”.

Naturalmente non poteva mancare una valutazione dell’incontro. Le due commissioni istituite per riesaminare il match “hanno convenuto che alcune azioni non sono state valutate correttamente, incluso il mancato rilevamento della passività del/i lottatore/i, e che le consultazioni arbitrali non sono state efficienti: è stato commesso un errore di tempistica e la consultazione di contestazione presentava gravi carenze nel suo funzionamento. Inoltre, hanno segnalato una grave mancanza di discernimento nell’assegnazione dell’organo arbitrale e nella distribuzione dei ruoli durante la sfida di questo specifico incontro”.

Frank Chamizo, lottatore | ansa epa @Radek Pietruszka

La grande beffa

Il giorno del verdetto controverso, da parte della Federazione Internazionale, Chamizo non aveva quindi potuto esultare. Anzi, si era arrabbiato ancora di più: “Grazie Uww per averci detto quello che già sapevamo. Mi è costato quattro anni di lavoro e a loro cinque mesi di sospensione. Questi arbitri come fanno a guardarsi allo specchio? Fratello, Dio ci sta guardando tutti. Continuerò a lavorare duramente e a cercare la forza per sopportare questa ingiustizia”. Insomma, un’ingiustizia dietro l’altra che ha portato a questo epilogo. Dopo il bronzo a Rio de Janeiro nel 2016 e la partecipazione a Tokyo 2021, Chamizo sognava la terza Olimpiade per andare all’assalto dell’oro. Come quando ha vinto Mondiali ed Europei, confermandosi uno dei lottatori più forti in circolazione. L’indignazione è enorme: da Baku a Istanbul tante sono state le vicende controverse che hanno, come già accennato, portato a questo finale. Niente Parigi 2024. Chissà se quanto accaduto spingerà Chamizo a prendere delle decisioni clamorose sul suo futuro. Intanto, resta la vergogna per quanto accaduto nel mondo della lotta.

Redazione Olympialab

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