La prima domenica del Roland Garros ha avuto inizio e le polemiche non sono mancate già all’esordio: spiacevole episodio già balzato alla cronaca.
Lo sport non è soltanto agonismo, prova di talento e competizione. È anche un messaggio sociale e politico di grande rilevanza, con una cassa di risonanza la cui eco è capace di diffondersi dovunque a velocità supersonica. Quanto verificatosi durante la prima giornata del Roland Garros di Parigi ne è la prova. L’episodio centrale ha visto coinvolte due delle atlete più attese e rispettate, ovvero l’ucraina Marta Kostyuk e la bielorussa Aryna Sabalenka.
La Sabalenka ha trionfato in due set per 6-3, 6-2 ma a risaltare è stato il momento di grande tensione con l’antagonista. La Kostyuk, infatti, si è rifiutata di stringere la mano alla Sabalenka per salutare. Ciò per una mera questione politica, poiché essendo ucraina la sua è una protesta nei confronti dei conflitti che persistono, e mietono vittime, con la Russia. La Bielorussia fiancheggia la posizione della nazione di Putin e perciò la Kostyuk non ha indugiato nel mostrare il suo disprezzo con un gesto, che generalmente sarebbe considerato antisportivo.
L’episodio non è comunque un unicum, perché si era già verificato durante gli US Open, quando l’ucraina ancora una volta si era rifiutata di allungare la mano verso un’altra bielorussa, ovvero Victoria Azarenka. In quella circostanza la ragazza preferì toccare soltanto la racchetta della sua avversaria.
Roland Garros è anche messaggio sociale: il gesto della Kostyuk
Chiaramente il pubblico del Roland Garros ha subito notato l’atteggiamento della tennista ucraina e la sua ferma presa di posizione. La reazione immediata è stata di “difesa” nei confronti della Sabalenka, la quale sicuramente non ha colpe rispetto alla situazione politica, e quindi ha fischiato la Kostyuk. Tuttavia, l’atleta bielorussa non si è persa d’animo e non sembra esserci rimasta molto male, perché pubblicamente ha dichiarato sull’episodio: “Non importa se mi odia. Per quanto riguarda la mancanza di una stretta di mano, posso capirlo”.
Ossia la tennista russa ha mostrato anche una certa empatia nei riguardi dell’avversaria, che sicuramente vive nello sconforto e cerca di usare la sua “arma” sportiva per difendere un ideale e lanciare un messaggio. Purtroppo la guerra fra Russia e Ucraina ha da tempo superato i confronti non solo geopolitici ma anche morali e culturali. D’altronde, la decisione presa dalla Kostyuk col suo gesto è stata avallata anche da altre colleghe, come Anehlina Kalinina durante gli Internazionali di Roma, la quale aveva negato la stretta di mano alla russa, Veronika Kudermetova. Stesso discorso per Shevchenko, il quale si era avvicinato alla rete per stringere la mano a Krutykh, che invece è andato dritto a stringere soltanto quella dell’arbitro.