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Gianniotis, bis mondiale   Cleri quattordicesimo

BARCELLONA 2013. E’ il giorno della 10 km, distanza olimpica, maschile ai Campionati Mondiali di Barcellona con nelle acque calme, torbide e con qualche sacchetto di plastica del Port Vells: due gli azzurri in gara con ambizioni diverse. Valerio Cleri, un grandissimo avvenire dietro le spalle fatto di titoli mondiali e delusioni olimpiche, Mario Sanzullo, ventenne napoletano di belle speranze fresco del titolo italiano.

Oussama Mellouli, con l’esperienza delle sportellate vincenti della 5 km, cerca di tenersi fuori dalla prevedibile tonnara mettendosi subito a fare il ritmo sin dal corridoio di partenza. Il gruppo si allunga e al primo giro (saranno 4) il tunisino ha due secondi di vantaggio sul britannico Burnell e sul cinese Zu, gli azzurri fanno gara di coppia e sono intorno alla decima posizione con un distacco di 7 secondi. Thomas Lurz sembra destinato ad abbandonare definitivamente lo scettro mondiale, il colpo olimpico non gli è mai riuscito, già a 14 secondi dal tunisino che lo ha freddato nella 5 km. Acque ferme, alla faccia delle acque libere, si va avanti bracciata dopo bracciata dopo bracciata, sportellata dopo sportellata, la domanda è se il tunisino, oro olimpico a Londra, riuscirà a nuotare tutta la gara come apripista per tutti, qualche consumo energetico in più di chi resta a ruota. E’ il britannico Burnell a cercare di dar fastidio allo squalo del Mediterraneo mentre sul rettilineo finale del secondo giro risale il gruppo Valerio Cleri. Dopo la boa ad imbuto del cambio di direzione a 180 gradi, sotto l’arco di metà gara passano l’australiano Mainstone, Mellouli e Burnett e a due secondi proprio Valerio Cleri a guidare il plotone mentre Sanzullo è quindicesimo.

Rallenta il ritmo e lo si capisce, come nel ciclismo, dal fatto che il gruppo non è più allungato ma molto aperto. Il campione del mondo di Roma 2009 nei 25 km decide di fare rifornimento prima degli altri e si ritrova reinghiottito nella pancia del gruppo. Ad accendere le polveri è sul fare del termine del terzo giro il francese Cattin-Vidal ma ogni boa rimischia la situazione. Sotto l’arco alla campana dell’ultimo giro passa il canadese Weinberger davanti a Cattin-Vidal e Mellouli. Spunta davanti la testa del finisseur Gianniotis e vicino a lui intorno alla quinta-sesta posizione ritorna anche Lurz. I favoriti sono tutti lì mentre quello di Cleri sembra essere stato un fuoco di paglia: al km 7.5 paga 16 secondo e 31 posizioni, poco dietro Sanzullo: la speranza di medaglia azzurra si allontana.

Parte Spyridon Gianniotis, coperto fino ad ora, con le sue frequenze rapidissime. Difficile dietro chiudere il buco, ci provano Mellouli e Lurz che però vedono allontanarsi l’ellenico fino ad un suo rifornimento volante che lo lascia in ogni caso nel ruolo di battistrada. E’ Cattin-Vidal che prova a rimanere aggrappato alle caviglie del greco mentre il tunisino cerca di reggere l’urto per mantenere vive le speranze di una accoppiata Olimpiadi-Mondiali. Gli azzurri sembrano dispersi nel porto di Barcellona e nel gruppo allungato dall’attacco implacabile del campione mondiale di Shanghai. Vanno via in tre all’ingresso del rettilineo finale, i cinquecento metri decisivi, anche se Lurz non si arrende. Gianniotis mette il turbo che si è già visto due anni fa a Shanghai mentre Mellouli rischia il crollo chiuso come una noce tra il tedesco e il francese. Il tunisino vede sfilare anche Lurz e si aggrappa alle poche risorse che gli sono rimaste. Vince, e doppia come in passato accadde solo al tedesco, uno strepitoso Gianniotis precedendo Lurz di poco meno di 3 secondi mentre nello sprint per la medaglia di bronzo solo l’orgoglio permette a Mellouli di salire sul podio. Una gara che è stata decisa da un bellissimo ultimo giro dove il rammarico vi è solo per la deludente prestazione italiana: quattordicesimo Valerio Cleri a 18″7, quarantatreesimo Sanzullo a quasi due minuti. Questo mondiale di Nuoto di Fondo, per ora, non riesce a parlare italiano.

 

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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