I big del Giro d’Italia si concedono una giornata di riposo… immeritato. Non a caso anche a Bergamo, prima del giorno di riposo, è arrivato un successo, figlio di una fuga da lontano: significativo, in questo senso, che abbia vinto Brandon McNulty, corridore statunitense dell’UAE Team Emirates al primo successo al Giro d’Italia nonché tornato a tagliare il traguardo per primo dopo 437 giorni. E non a caso la maglia rosa è ancora sulle spalle di Bruno Armirail che, con tutto il rispetto, non può essere considerato esattamente un favorito. Alle porte di una settimana durissima, il corridore francese sembra evidentemente destinato al ruolo di “traghettatore”.
Nell’ultima settimana, però, il Giro potrebbe riappropriarsi del fascino della maglia rosa un po’ sbiadita. È vero che la classifica, di fatto, è stata scritta sinora dalle cronometro, ma è altrettanto innegabile che una corsa che fatica a trovare un padrone assoluto ha comunque un finale potenzialmente da “thrilling”. E quali potrebbero essere i protagonisti di un “giallo” che si tingerà di rosa? Fra i principali indiziati, Geraint Thomas. Il gallese ha gestito. La sensazione è che abbia lasciato la maglia rosa per non avere pressioni e salvaguardare energie. Se il Giro resta “chiuso” ha ottime possibilità di vestire la rosa a Roma. Nella bagarre invece potrebbe pagare un prezzo altissimo. Ecco perché il vero favorito resta Roglic: ha un distacco contenutissimo da Thomas e, a differenza del britannico, è in grado di azioni in grado di far saltare il banco. Lo sloveno ha la consapevolezza di essere il migliore nella cronometro e di avere un passo in grado di non fargli perdere contatto in montagna. Sinora è in grande controllo, resta da capire come e soprattutto quando attaccherà, anche perché il rischio di tirare troppo la corda potrebbe non pagare.
Il Giro d’Italia, tuttavia, è spesso stato anche la corsa a tappe degli “outsider”. Joao Almeida ha una occasione più unica che rara. In una corsa dove tutti marcano tutti, un passista come il portoghese potrebbe continuare speculare e sperare di passare alla cassa. E poi c’è il “mostro di Leknessund”: nessuno pensava di rivederlo ancora nelle prime posizioni e con ogni probabilità la prima “vera” tappa di montagna dovrebbe ridimensionarlo, ma per adesso è lì. C’è anche l’italiano Damiano Caruso: ha tre salite per cercare il colpaccio o per non perdere contatto con i big. Il siciliano sa difendersi, è in condizioni e ha tutto da guadagnare… del resto ci vuole un gran fisico per rincorrere i sogni, specialmente in salita.
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