Non sarà la seconda metà del Giro d’Italia che avevamo sognato, ma sarà quella che avremo. Lunedì mattina, Remco Evenepoel, valigie in mano, ha salutato i suoi compagni di squadra Quick-Step e lo staff tecnico per tornare a casa in macchina. Il belga ha consumato un addio che rappresenta, nell’intera storia del ciclismo, il dodicesimo abbandono del leader di un grande giro.
Il “terremoto” in vetta alla classifica durante un Giro d’Italia con l’addio del grande favorito non è una novità. Fra casi di doping e cadute, questo è il primo ritiro per COVID di dodici casi, essendo Remco la terza maglia rosa a lasciare il Giro dopo Eddy Merckx (1969) e Marco Pantani (1999). L’impatto della notizia non arriva da solo, ma lascia in eredità anche uno scenario tutto da riscrivere. In primis, le mascherine torneranno obbligatorie negli spazi condivisi con i ciclisti e il percorso a più tappe potrebbe subire alterazioni da meteo e logistica. Ma tornando allo sport, occhio a Geraint Thomas, 36 anni e un buon record di ritiri al Giro, leader della corsa. Il gallese ha indossato la maglia rosa: “Non è il modo migliore per essere un leader”, ha ammesso ai media. Eppure il Giro gli si è spalancato insieme al compagno di squadra, Tao Geoghegan.
Fra i due britannici, ecco Primoz Roglic. Senza Evenepoel, allo sloveno potrebbe bastare dosare gli sforzi per assicurarsi gambe migliori nella cronometro finale, evitando così una delusione come quella di La Planche des Belles Filles al Tour 2020. Dovrà semplicemente non perdere il passo durante le prime tappe di montagna né farsi trascinare nella bagarre. Qualora ci riuscisse, non gli resta che mettere in strada la sua tattica migliore: non far guadagnare terreno agli avversari per poi regolare i conti con… il tempo.
Dopo l’abbandono di Evenepoel, rivoluzionati anche i regolamenti: mascherine obbligatorie per tutti i lavoratori e i media sfollati alla gara nelle aree comuni con i corridori. Esiste poi, anche la possibilità che, causa maltempo, alcune tappe possano subire profonde e decisive modifiche in relazione alle condizioni atmosferiche. La Direzione Gara, per adesso, procede per gradi, ma tutto lascia credere che la situazione del Gran San Bernardo (13a tappa) e del Monte Lussari (20a) possa essere parzialmente o totalmente rivista. Il Lussari potrebbe essere uno dei primi a cadere, considerando la salita estremamente rischiosa e il pericolo neve. Non resta che incrociare le dita affinché lo spettacolo continui.
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