L’edizione del mondiale di sci alpino 2023 passa agli archivi della storia della nazionale azzurra di sci alpino con l’etichetta “soddisfazione”. Era da 25 anni, ovvero dalle edizioni del 1996 e del 1997, che dalla sponda italiana delle Alpi non cadeva più di un oro. E solo in due occasioni, precisamente nel 2005 e nel 2011 l’Italia ha portato più di tre elementi sul podio.
L’Italia chiude il suo mondiale con una… argenteria tutta nuova. Ai piedi del podio con quattro medaglie: 2 ori, 1 argento e 1 bronzo. E si è sfiorato anche il primo posto se Sofia Goggia fosse riuscita a vincere la discesa libera e la Brignone non si fosse fermata a 12 centesimi dall’oro nel Gigante. Inezie che non possono né devono cancellare quanto di buono ha lasciato in eredità una spedizione che ha fruttato il 75% di medaglie fra le ragazze. In questo contesto, Brignone non è più una sorpresa, ma si registra la definitiva consacrazione di Marta Bassino. Fra gli uomini non era previsto pensare a una medaglia. L’oro era un esercizio di ottimismo esagerato, ma il bronzo di Alex Vinatzer ha messo il punto esclamativo alla spedizione ed è un giusto premio per un ragazzo che aveva collezionato più amarezze che titoli.
A tre anni dall’edizione dei Giochi Olimpici Invernali di Milano – Cortina segnali positivi. Resta da capire se quanto raccolto a Courchevel possa essere bissato e magari rimpinguato. In questo senso, occorrono pazienza, fiducia e programmazione. Tre anni, o trentasei mesi, per rendere meglio l’idea, rappresentano una vera e propria era nello sci. E nel caso della nazionale azzurra il tempo che passa è direttamente proporzionale alla competitività di atlete straordinarie. Goggia (1992), Brignone (1990), Curtoni (1991) sono già nella categoria over 30 dunque non è affatto scontato che arrivino in zona medaglie. Dunque il prossimo triennio dovrà essere anche quello delle valutazioni anche perché, in prospettiva, non si vedono grandi ricambi.
La sensazione è che i mondiali di Meribel Courchevel siano stati l’apice sportivo della generazione d’oro femminile e che possa iniziare la discesa. In questo senso non resta che tentare lo slalom gigante, fra il preservare chi ha portato l’Italia a un passo dal vincere il medagliere e affrontare il ricambio generazionale in modo da assorbire l’addio delle fuoriclasse limitando il vuoto che si verrà inevitabilmente a creare. Un lavoro certosino…
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