Le Olimpiadi di Parigi 2024 si stanno avvicinando sempre di più e, anche per la prossima edizione ci sarà il Judo, anche se subirà qualche modifica per quanto riguarda la competizione e il numero di atleti in gara. Per questa disciplina giapponese, gli atleti verranno inseriti, in base alla categoria di peso, in un girone a eliminazione diretta fino alla finale. Qui vedremo una modifica rispetto alle edizioni precedenti: gli atleti che vengono “eliminati” nei quarti di finale rimangono in competizione e tramite un ripescaggio verranno assegnate due medaglie di bronzo in ogni categoria di peso. Tornando al Judo, quanto conosciamo veramente questa disciplina?
Il Judo nasce in terra giapponese, precisamente nel 1882 dal professore Jigoro Kano, cresciuto durante l’epoca in cui governava la classe dei Samurai. In quegli anni, però, ci fu una vera e propria riorganizzazione della società giapponese che portò ad un’apertura agli usi ed i costumi del mondo occidentale e al superamento del sistema feudale dei Samurai. Kano quindi decide di creare un nuovo metodo, simile allo Ju-Jitsu, chiamato Judo. Così a soli 22 anni diede vita al Kodokan Judo, l’arte marziale che è diventata la disciplina sportiva che conosciamo al giorno d’oggi.
Il termine e il significato di Judo in giapponese è via dell’adattabilità e i judoka sono coloro che praticano questa arte marziale anche se a dirla tutta, in origine, questo titolo è riservato solo a chi ha conseguito almeno il quarto dan cioè la cintura nera. Il maestro di Judo, invece, è chiamato sensei, da sen che vuol dire prima e sei che si traduce in vita: in questo caso signfica qualcuno che ha già vissuto l’esperienza e precede in tal senso i suoi allievi.Il Judo viene presentato ai Giochi Olimpici nel 1932, con una dimostrazione ma bisognerà aspettare il 1964, precisamente a Tokyo, perché diventi una vera e propria disciplina olimpica.
In realtà è una disciplina che si fonda sul rispetto di sé stessi e degli altri, sulla generosità e sulla benevolenza e ha come fine quello di migliorare, di conseguenza, la società in cui si vive. Ogni disciplina marziale ha i propri kata, cioè una sequenza di movimenti che rappresentano le tecniche di combattimento, e l’apprendimento delle sequenze è fondamentale. I Kata sono esercizi formali prestabiliti di attacco e difesa e solitamente vengono eseguiti da uno studente, definito Tori, insieme ad un compagno, chiamato Uke, con lo scopo finale di perfezionare le tecniche stesse.
Conoscere i diversi Kata è importante perché servono per superare gli esami per il passaggio alle cinture superiori. Al giorno d’oggi sono ben sette i Kata riconosciuti dal Kodokan:
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