Le Olimpiadi sono da sempre riconosciute come un evento per sottolineare l’importanza e promuovere la coesione tra tutte le Nazioni del mondo, ma non sempre è stato così. La storia ci racconta, infatti, di diverse edizioni che hanno visto due o più Paesi scontrarsi duramente tra di loro per questioni politiche, tanto da portare alcune di queste a boicottare i Giochi Olimpici. Nell’articolo di oggi ci concentriamo proprio su queste storie, ricordando tutte le edizioni in cui si sono verificati episodi di boicottaggio.
Storicamente, i boicottaggi delle Olimpiadi non hanno avuto un impatto significativo sulle questioni politiche, sociali e umanitarie. Anche l’ultimo boicottaggio diplomatico di alcuni Paesi contro le Olimpiadi e Paralimpiadi di Pechino 2022, caratterizzato dall’assenza dei funzionari politici del paese ospitante, non ha prodotto effetti rilevanti. Resta, però, il fatto che la storia delle Olimpiadi è ricca di episodi di questo genere, con diversi Paesi che, per un motivo o per un altro, hanno deciso di boicottare le Olimpiadi. Vediamo quali sono i casi più eclatanti e conosciuti.
Il primo tentativo di boicottaggio delle Olimpiadi avvenne durante i Giochi di Berlino nel 1936, organizzati dalla Germania Nazista. Nonostante le preoccupazioni per il trattamento degli atleti ebrei e altre minoranze, il boicottaggio non si materializzò. Il presidente del Comitato Olimpico Americano, Avery Brundage, invitato a Berlino per placare le proteste contro questa edizione, concluse, infatti, che gli atleti ebrei venivano trattati in modo equo, suscitando controversie con le sue dichiarazioni. Nonostante le minacce di boicottaggio da parte di Jeremiah Mahoney, presidente dell’Amateur Athletic Union, il piano non ottenne il sostegno necessario. Mahoney a questo punto si dimise e il boicottaggio non avvenne.
Dovremo attendere qualche anno per assistere al primo vero boicottaggio delle Olimpiadi, avvenuto durante l’edizione di Melbourne 1956. In questo caso, diversi Paesi non parteciparono ai Giochi per varie ragioni. La Cina decise di astenersi dalla manifestazione olimpica a causa della questione Taiwan: l’invito dell’isola a partecipare come nazione separata non fu gradito da Pechino, che rivendicava la sovranità sull’isola. Altri paesi, come Egitto, Cambogia, Iraq e Libano, boicottarono i Giochi a causa della crisi del canale di Suez, che subì un’invasione da parte di Regno Unito, Francia e Israele. Successivamente, Spagna, Paesi Bassi e Svizzera non inviarono i propri atleti alla competizione per protestare contro l’invasione dell’Ungheria da parte dell’URSS: l’intervento dell’Armata Russa per sedare la rivoluzione ungherese contro il regime sovietico.
Nell’edizione dei Giochi Olimpici di Tokyo, Cina, Indonesia e Corea del Nord decisero di non partecipare a causa di una controversia accesa legata alla creazione dei GANEFO, i Giochi delle Nuove Forze Emergenti, visti come una sfida alle Olimpiadi internazionali. Il Comitato Olimpico Internazionale reagì squalificando tutti gli atleti che avevano partecipato ai GANEFO del 1963. Le Olimpiadi di Tokyo 1964 furono anche segnate dalla prima rinuncia alla competizione da parte del Sudafrica, a causa della politica di apartheid introdotta nello stesso anno. Questa politica di segregazione razziale durò fino al 1992, e fino ad allora il Sudafrica non partecipò mai ai Giochi Olimpici.
Le edizioni di Tokyo 1964 e Montreal 1976 sono legate tra loro per via delle motivazioni dietro ai boicottaggi. Il caso di Taiwan è emblematico: l’isola chiese di partecipare come “Repubblica di Cina”, data l’esclusione proprio della Cina, ma il Canada rifiutò, scatenando la reazione dell’isola. Più drammatica fu la questione dell’apartheid, che portò circa 27 Paesi africani a boicottare le Olimpiadi per motivi sportivi non olimpici. La Nuova Zelanda disputò partite di rugby in Sudafrica nonostante un embargo dell’ONU contro il regime di segregazione razziale. Questo avvenne durante un periodo di intense proteste contro il regime di Pretoria, scatenate dalla repressione della rivolta di Soweto, che causò numerose vittime. Il 3 luglio 1976, il Consiglio Superiore dello Sport Africano chiese al Comitato organizzatore canadese di revocare l’invito alla Nuova Zelanda, minacciando il boicottaggio. Il CIO decise di non intervenire, poiché il rugby non era uno sport olimpico. Senegal e Costa d’Avorio furono gli unici Paesi africani a partecipare alle Olimpiadi di Montreal 1976.
L’edizione di Mosca 1980 si svolse in piena Guerra Fredda, quando il contrasto mondiale principale era tra Washington e Mosca, con i due Paesi costantemente in conflitto. Il boicottaggio delle Olimpiadi fu deciso dagli Stati Uniti d’America per protestare contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel dicembre 1979. 65 Paesi, tra cui Canada, Israele, Giappone, Cina e Germania Ovest, seguirono gli USA, mentre altri come Italia, Gran Bretagna e Francia permisero ai propri atleti di competere sotto la bandiera olimpica. Anche l’Afghanistan partecipò, incredibilmente, ai Giochi. Proprio per via del boicottaggio, la Russia ottenne un record di 195 medaglie, di cui 80 d’oro, ma con la partecipazione di solo 80 Nazioni. Tuttavia, sul fronte diplomatico, l’invasione dell’Afghanistan continuò per altri 9 anni, la Guerra Fredda proseguì e i rapporti tra USA e URSS subirono solo un breve deterioramento.
La replica dell’Unione Sovietica non fu altrettanto impattante dal punto di vista sportivo rispetto alla precedente edizione olimpica. Quattro anni dopo, l’URSS e 14 paesi del blocco sovietico, tra cui la Germania Est, boicottarono le Olimpiadi di Los Angeles 1984 a causa dei “sentimenti sciovinisti e dell’isteria anti-sovietica” negli Stati Uniti. Tuttavia, l’impatto non fu così devastante. Al contrario, l’edizione di Los Angeles fu un successo per gli Stati Uniti: si registrò un nuovo record di partecipazione con 140 Paesi, inclusa la Cina. Gli Stati Uniti conquistarono 83 medaglie, l’evento fu il più seguito in televisione fino a quel momento e fu un enorme successo economico, con il doppio dei biglietti venduti rispetto all’edizione precedente.
È degno di nota il caso delle Olimpiadi di Seul del 1988, assegnate alla Corea del Sud e caratterizzate dal ritiro della Corea del Nord. La motivazione? Inizialmente, il Nord aveva proposto di co-organizzare i Giochi con il Sud, ma la richiesta fu respinta. Di conseguenza, la Corea del Nord decise di boicottare l’evento, ma solo cinque Paesi del blocco orientale, tra cui Cuba di Fidel Castro, aderirono al suo appello. Si rivelò, quindi, un boicottaggio modesto, considerando che sia l’URSS che la Cina decisero di partecipare alle Olimpiadi.
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