SOCHI 2014. A due mesi dall’apertura dei Giochi della XXI Olimpiade Invernale di Sochi (7-23 febbraio), Olympialab tasta il polso alle ambizioni della spedizione italiana in Russia chiamata a migliorare un non lusinghiero sedicesimo posto nel medagliere di quattro anni fa a Vancouver, spedizione salvata dalla medaglia d’Oro nell’ultima giornata di Giuliano Razzoli che andò ad aggiungersi alla medaglia d’Argento di Pietro Piller Cottrer nei 15 km in Tecnica Libera di Sci di Fondo e ai Bronzi di Alessandro Pittin nella Combinata, Armin Zoeggeler nello Slittino e Arianna Fontana nello Short Track 500 metri. Il nostro termometro a sessanta giorni dal grande evento inizia dallo Sci Nordico, passando in rassegna Sci di Fondo, Salto e Combinata Nordica.
Sci di Fondo
Dal 1988, si era a Calgary, l’Italia conquista almeno una medaglia sugli sci stretti. Ad aprire la lunga striscia, ancora aperta, di sette Olimpiadi sul podio fu Maurilio De Zolt con l’Argento nella 50 km. Dopo 26 anni, a Sochi, le probabilità che la striscia di metalli preziosi si interrompa sono altissime. Lo scorso anno ai Campionati Mondiali di Val di Fiemme fu zero titoli: in campo maschile, a livello individuale, il miglior risultato fu il tredicesimo posto di David Hofer nella 15 km a tecnica libera, in campo femminile il sedicesimo di Deborah Agreiter (10 km a tecnica libera). E’ vero che la staffetta maschile sfiorò una miracolosa medaglia di bronzo ma il bilancio fu fortemente negativo. E sono stati proprio i Mondiali casalinghi a ritardare un cambio generazionale più che necessario se si pensa che ancora oggi la squadra di Coppa del Mondo maschile alla quale attingere per la spedizione a Sochi comprende una leggenda come il quarantunenne Giorgio Di Centa, tre over 30 come Fabio Pasini, David Hofer e Roland Clara. Solo Dietmar Noeckler e Federico Pellegrino sono giovani (non troppo) leve. Nelle primissime gare della stagione, Di Centa ha portato a casa il trentacinquesimo posto (migliore degli italiani) nella 10 km a tecnica classica di Kuusamo, Federico Pellegrino il quarantacinquesimo posto nelle qualificazioni della Sprint a tecnica classica, Roland Clara ha chiuso al ventiduesimo posto il minitour di apertura con il quindicesimo posto nella frazione di 15 km a tecnica libera. Ieri a Lillehammer, Dietmar Noeckler si è classificato ventunesimo nella 15 km classica. A Sochi, per la rotazione tra le tecniche, saranno assegnati i titoli olimpici nella 15 km a tecnica classica, la 50 km a tecnica libera, la Sprint in tecnica libera, la Team Sprint in tecnica classica (oltre alla Pursuit e alla Staffetta).
In campo femminile la situazione è rovesciata: perse per ritiro legate a diverse situazioni Marianna Longa, Arianna Follis, Magda Genuin e Silvia Rupil, la squadra è completamente da ricostruire e, dovendo rinunciare a Debora Agreiter ai box dopo un infortunio autunnale sugli skiroll, schiera ai nastri di partenza Virginia De Martin Topranin, Ilaria Debertolis, Marina Piller, Elisa Brocard: in cinque un solo risultato in carriera nelle top ten, l’ottavo posto di Virginia De Martin in una 10 km a tecnica classica mass start lo scorso anno a Canmore.
Difficile pensare positivo in vista di Sochi: se si dovesse puntare un euro lo faremmo su Roland Clara, il grande vecchio Di Centa e un miracolo della staffetta maschile ma con pochissime speranze.
Salto Speciale
Trentottesimo Roberto Dellasega nella gara di apertura di Klingenthal, ventiquattresimo Davide Bresadola a Kuusamo dopo il settimo posto nella tempesta delle qualificazioni, trentaseiesimo Sebastian Colloredo a Lillehammer: il salto maschile. Aggiungiamo Andrea Morassi e il Salto maschile italiano è questo, nulla di nuovo sotto il sole, qualche buona prestazione qua e là, il miraggio di una top ten in Coppa del Mondo e nulla più.
Dopo l’esordio ai Campionati Mondiali del 2009 di Liberec, il Salto femminile entrerà a Sochi ufficialmente nel programma olimpico. L’Italia forza dominante quando la disciplina non era nei programmi ufficiali, sta soffrendo l’attenzione delle grandi potenze per la nuova disciplina olimpica. Negli ultimi anni è arrivata solo la medaglia d’Argento mondiale di Oslo di Elena Runggaldier che lo scorso anno ha chiuso al quindicesimo posto la Coppa del Mondo – ventesima Evelyn Insam. Forse troppo poco per auspicare un nuovo miracolo tricolore.
Combinata Nordica
Nella primavera del 2012 Alessandro Pittin concludeva al settimo posto in Coppa del Mondo la sua migliore stagione: tre vittorie, due secondi posti, un terzo posto e altri quattro piazzamenti nei top ten. In quella stagione era anche arrivato il secondo posto a squadre a Seefeld, Lukas Runggaldier aveva concluso per cinque posti nei primi dieci, Armin Bauer pareva in crescita. Parte dei problemi ebbero il loro preludio proprio nelle settimane conclusive di quella stagione, la penultima, Pittin si fratturò la spalla sinistra a Klingenthal; un’altra incertezza a Ramsau all’inizio della scorsa stagione con frattura dell’ulna e del radio e la sicurezza dal trampolino andata gambe all’aria. per la punta di diamante del movimento. La sciagurata gestione tecnica dell’ultima stagione ha fatto il resto; da grandi speranze di entrare stabilmente nel gotha della disciplina si è passati all’inferno dove gli azzurri faticano a superare il taglio dei 50 per partecipare alle gare di Coppa del Mondo (a Kuusamo il solo Samuel Costa vi è riuscito per poi chiudere al trentaseiesimo posto) e dove la qualificazione per le Olimpiadi di quattro atleti per poter disputare la staffetta è fortemente a rischio. Notte fonda e un lungo cammino di ricostruzione davanti a noi.