BARCELLONA 2013. I numeri prima della partenza per Barcellona dicevano Italia quinta nella staffetta veloce maschile; a Torino alla Nilox Cup Filippo Magnini ci aveva detto per fare meglio bisogna fare “il numero”. Nel quartetto azzurro che vince l’inutile medaglia d’Oro dei cambi (5 centesimi in tre, al limite della squalifica), l’unico a fare il numero, e che numero, è Marco Orsi che in terza frazione stampa un 47″25 lanciato che è il miglior tempo visto nella finale. Purtroppo è inutile guadagnare a tutti mezzo secondo nei cambi se Luca Dotto si trova a lanciare in un anonimo 49″17, Luca Leonardi non fa meglio che 48″08 e Filippo Magnini in ultima frazione si ferma ad un 48″12, quasi un secondo peggio del lanciato atteso. Si fanno le somme e ne esce il secondo e due decimi (3’12″62 vs 3’11″44) che tiene l’Italia giù dal podio che viene deciso negli ultimi dieci metri in un arrivo con quattro squadre sullo stesso livello.
Vince la Francia con un inedito Stravius in quarta frazione che ferma i cronometri su un solo discreto 3’11″18, 24 centesimi meglio degli Stati Uniti e 26 meglio della Russia che strappa il Bronzo alla Australia per 14 centesimi.
Massimo BrignoloManager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.