MILANO. Che disastro l’Italia, che disastro. Non solo calcistica (e questo lo si sa, non fa rima con lo sport), ma ora anche ignorante e disinteressata, quasi cafona. Non parlo certamente di chi legge questo blog, che fin dai primi giorni di vita, a me è sembrato una boccata d’aria fresca. Parlo delle istituzioni sportive, delle istituzioni politiche e della massa che beve qualsiasi scoreggia di Balotelli senza accorgersi che attorno ci sono le macerie di una nazione che, per lo sport, era modello e ora è sottoscala. Metto insieme anche oggi due episodi che paiono diversi, ma sono simili.
Il primo riguarda Onorato Arisi, gran patron del Museo dello Sport di Torino, che da mesi lancia appelli sulle difficoltà del suo bellissimo luogo di magia e di sogni. Il Museo giace nel dimenticatoio della stessa città e delle istituzioni di un luogo che è stato nel cuore di Olimpia. Era soltanto il 2006, non il 192o. Fuori ci sono “zero” cartelli visibili per far capire che il Museo esiste, dentro c’è il mondo, l’emozione da toccare. La situazione della creatura di Arisi è molto grave e non vi sono segni di ripresa. Per questo noi di Olympialab ci battiamo e ci batteremo, ma devo forzatamente dire che l’Italia deve recitare un mea culpa profondo e puntare il dito contro se stessa se muore lentamente anche sul pianeta sport. Un paese che non cura la cultura di un fenomeno così importante come lo sport è un paese senza speranza, senza dignità e senza futuro.
Il secondo episodio è, invece, collegato alla sincronette di 10 anni che non può gareggiare nel bellissimo sport del nuoto sincronizzato perchè figlia di immigrati tunisini. Lei non è italiana, per le regole, quindi è persa, come sono persi migliaia di talenti che, a mio avviso, sono italiani 2.0. Meglio di noi, perché l’Italia, con fatica, l’hanno scelta e se la sono conquistata. Il razzismo intrinseco che c’è dietro queste regole che vanno assolutamente riviste è idiota tanto quanto è stato idiota chiamarla Balotella. Poveri noi, faceva notizia solo se accostata a Mario? La cosa più brutta che penso è che la risposta a questa domanda è…si. Povera italietta.
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