CERCHI E PALAZZI (Buenos Aires). Questa sera alle 22.00 ora italiana sapremo quale città sarà scelta dalla centoventicinquesima assemblea del Comitato Olimpico Internazionale per ospitare i Giochi della XXXII Olimpiade che avranno luogo nel 2020. Tre le candidate – Istanbul, Madrid e Tokyo – in una lotta che si preannuncia serratissima e che Olympialab ha seguito per tutto il pomeriggio fino all’annuncio ufficiale.
Il programma ha previsto, a partire dalle 14.00 le presentazioni finali delle tre città candidate (45 minuti ai quali si aggiungono 15 minuti di risposte alle domande della platea), alle 20.00 la relazione della Commissione di Valutazione del CIO alla quale seguiranno le operazioni di voto che porteranno alla proclamazione prevista per le 22.00.
Il lungo pomeriggio inizia con l’introduzione del presidente del CIO Jacques Rogge che passa subito la parola al responsabile delle operazione di voto, De Kepper, che illustra le modalità di voto. Una presentazione simile alle istruzioni di sicurezza prima del decollo, ed effettivamente l’aereo che porterà alle Olimpiadi del 2020 sta per decollare.
Iniziano con Istanbul le presentazioni delle tre città candidate il cui ordine di entrata è stato stabilito per sorteggio. Viene fatta entrare nella stanza la delegazione della candidata turca.
Istanbul
La delegazione turca è guidata dal primo ministro Erdogan ma le prime parole arrivano dal capo delegazione Arat che subito spinge sulla parola d’ordine della candidatura: il ponte tra i due continenti, i due continenti che esistevano sin dalla notte dei tempi. Una nuova candidatura per una nuova Turchia che viene presentata con un video di una giornata tipo nella città olimpica. Il capo del Comitato Olimpico Erdener dopo aver sottolineato come per secoli Istanbul sia stato il crocevia del mondo attacca sull’anello debole della candidatura turca, il doping, ribadendo la politica di tolleranza zero. Nuove candidature in nuove nazioni, questa la ragione suggerita per scegliere Istanbul mentre un video registrato tra centinaia di giovani batte ancora sul melting pot, sulla coesistenza multirazziale e multireligiosa nella libertà e nella democrazia. Il ministro dell’Economia garantisce sul piano di investimenti necessari presentando come credenziali le storie di successo nelle infrastrutture a partire dal tunnel sotto lo stretto di Marmara e confermando che in pochi anni la Turchia entrerà nelle prime 10 economie del mondo: arriva la risposta agli attacchi sull’incertezza. Non saranno i Giochi dell’incertezza ma i Giochi della crescita.
L’esperienza dei Giochi del Mediterraneo di Mersin viene utilizzata dal ministro dello Sport per dare prova della capacità di organizzare grandi eventi sportivi. Torna il fantasma del doping: la Turchia farà ulteriori investimenti per combatterlo e renderà (come in Italia) il doping reato penale. E’ questo l’impegno. Prende la parola il primo ministro Erdogan che decide di indirizzarsi alla platea in turco spiegando di aver deciso di usare il linguaggio del cuore “Salam salam”, pace. Cogliendo l’occasione del suo arrivo dal G20 di San Pietroburgo, Erdogan lancia da Istanbul, città della tolleranza, un messaggio di pace a tutto il mondo. “Come nazione abbiamo i mezzi, il desiderio e la motivazione per ospitare le Olimpiadi”. Il governo, l’opposizione, i media, la società civile sentono questo impegno. Una decisione oggi di ospitare i Giochi in Turchia andrebbe a rafforzare lo spirito olimpico: un ponte per legare passato e presente, oriente e occidente. “Facciamo insieme la storia” è il messaggio conclusivo di Erdogan.
Una presentazione tutto sommata fredda, se comparata all’istrionismo di Rio 2016 quattro anni fa, che ha cercato di spegnere le polveri delle critiche attese alla candidatura turca. Il più ispirato è parso il primo ministro Erdogan anche se la scelta di parlare in turco non è stata forse la migliore possibile, ma a caldo possiamo dire che è mancato un po’ di quella fantasia che sarebbe stata necessaria per una candidatura così anticonvenzionale.
E’ il momento delle domande. La prima riguarda la ricaduta dei benefici dei Giochi non solo sulla Turchia ma sull’intera regione. Vi è bisogno di pace nella regione, è la risposta del primo ministro Erdogan, e ospitare le Olimpiadi darà un segnale forte di pace, di unità nella diversità.
Antidoping: è incoraggiante ascoltare che maggiori investimenti saranno fatti, ma quali ragioni vi sono dietro all’attuale crisi. Il professor Erdener sottolinea l’importanza di implementare l’appropriata struttura di controlli e la Turchia che ha creato solo due anni fa l’Agenzia Antidoping sta lavorando in questa direzione. Un’unica politica, quella della tolleranza zero. Controlli e formazione sono la strada da seguire per un problema che va affrontato da tutte le parti coinvolte con le rispettive responsabilità.
La terza domanda arriva da Ottavio Cinquanta ed è centrata sulle misure di sicurezza e sui trasporti che saranno sviluppati: il piano dei trasporti prevede un tragitto medio di 16 minuti dal Villaggio Olimpico agli impianti di gara e il 50% sarà raggiungibile in 5 minuti. Non vi saranno problemi dal punto di vista aeroportuale.
Se i Giochi saranno assegnati esiste la disponibilità di rivedere i piani originali sulla scelta degli impianti. Il progetto iniziale è disponibile a modifiche se vi fossero delle modifiche da apportare con le opportune procedure di cambiamento ai piani originali.
Tokyo
E’ la volta, come da sorteggio, di Tokio fare l’ultimo show prima del voto. A aprire la presentazione è la principessa imperiale Takamado che prende il via dallo tsunami e dall’aiuto che il mondo dello sport diede alla sua nazione. E’ forse la prima volta che la famiglia imperiale scende in campo così pesantemente in una contesa di questo tipo. La paralimpica Sato continua a trasmettere il messaggio dello sport come salvezza che sembra essere stato scelto come uno dei fil rouge di questa ultima occasione di comunicazione dei valori della candidatura della capitale giapponese. Era scontato sin dal momento della decisione di candidarsi che Tokyo avrebbe usato il disastro del 2011 come l’arma emozionale per scardinare i “cuori” dei grandi elettori del CIO. Il presidente del Comitato Organizzatore Takeda attacca sul doping, nessun atleta olimpico giapponese è mai caduto nella rete dei controlli. L’integrità ai valori dell’olimpismo è garantita ed è confermata nelle sue parole dalla nuova candidatura del Sol Levante. Tre pilastri: la capacità di realizzare, lo spirito di celebrazione, l’innovazione tecnologica sono dietro agli sforzi di Tokyo.
Il più grande spettacolo televisivo, il maggiore introito dalla vendita dei biglietti, un grande successo commerciale sono le chiavi usate in chiave finanziaria per convincere l’Assemblea senza perdere la necessaria flessibilità per adattare i piani alle necessità del movimento olimpico. “Abbiamo tenuto il meglio e migliorato il resto”. Il governatore di Tokyo offre alla comunità olimpica l’infrastruttura della città, la disponibilità ad investire per incontrare le necessità dei Giochi che corrispondono a quelli della città: tutto in una città che può dare il migliore dei benvenuti. La sicurezza, innanzitutto, la città più sicura del mondo con tassisti disponibili, il paradiso dello shopping.
Il primo ministro Abe, in inglese (un punto in più), ribadisce che si tratta di “una delle città più sicure del mondo ora e nel 2020” e fornisce rassicurazioni sulle conseguenze di Fukushima che non hanno “mai toccato Tokyo” ma l’enfasi è sull’allineamento del Giappone con gli ideali olimpici, l’amore per le Olimpiadi. “E quando la torcia olimpica arriverà a Tokyo nel 2020 trasmetterà la gioia dello sport a 10 milioni di persone”. Il primo momento toccante della giornata arriva grazie uno splendido video sui valori dello sport che unisce tra gioie e sofferenze, diversità. Decisamente centrata la scelta di avvicinarsi alla chiusura della presentazione con queste immagini.
Quella di Tokyo è la candidatura della ragione e la presentazione, per quanto abbia provato a virare sui temi dell’ospitalità giapponese, ha parlato alla testa dei membri del CIO e non poteva essere altrimenti. La candidatura dell’affidabilità e della sicurezza… che non ha mancato di toccare le corde del cuore. Tokyo non poteva fare di meglio.
Le domande per Tokyo iniziano ancora con il principe Alberto di Monaco che chiede alla delegazione giapponese ulteriori informazioni sui trasporti tra le varie location: in un concetto di Giochi compatti le due zone previste per gli impianti di gara saranno collegate da trasporti efficaci e veloci. L’organizzazione assicura che saranno messe a disposizione corsie olimpiche.
Fukushima ritorna. I media continuano a parlare dei danni e sono richieste ulteriori rassicurazioni su quanto Tokyo non sia toccata dagli effetti: non vi sono problemi per il momento. Gli impatti delle acque contaminate sono state limitate ad una zona molto circoscritta e anche i valori più alti misurati garantiscono che non vi sono problemi per la città di Tokyo. Fukushima sta ora guardando ora alla ricostruzione della città.
Ritorna la domanda sulla disponibilità di rivedere il Master Plan con il coinvolgimento delle Federazioni sportive: la risposta vira sull’impegno a costruire gli impianti necessari e sulle riserve finanziarie che sono a disposizione mentre poco pieno detto su quanto sarà possibile fare per venire incontro ad eventuali richieste di modifica.
Madrid
Si chiude la sfilata con Madrid che sceglie di aprire con Juan Antonio Samaranch junior, potenza delle eredità del passato con i fantasmi che aleggiano sulla sala. Il figlio di cotanto padre cerca di disinnescare la mina della situazione economica e buttarla sui valori olimpici. Una terza candidatura? La scelta responsabile per una città che si prepara da così tanti anni e che schiera tre membri del Comitato Olimpico a prendersi gli impegni in nome della capitale spagnola. Parla castigliano il premier spagnolo Raioy che sceglie di enfatizzare il pieno supporto di tutte le istituzioni, le capacità organizzative e finanziarie. “Madrid può ospitare le Olimpiadi senza esporre il movimento olimpico ad alcun rischio”. Il suo discorso sembra più adatto ad un consesso di economisti ma è la strada scelta per affrontare le critiche sulla crisi dalla quale la Spagna fatica ad uscire. Singolara le scelta di aprire la presentazione con una sfilata di politici: premier, il presidente della regione autonoma di Madrid, il sindaco della città.
Il feed video va in tilt: nessuno al di fuori dei membri del CIO può assistere alla presentazione. Sconcerto in sala stampa a Buenos Aires.
https://twitter.com/AroundTheRings/status/376365449644343296
Quando il collegamento riprende Placido Domingo, Antonio Banderas, Alejandro Sanz sono sugli schermi a fare da testimonial con il motto “Madrid ha un significato”. Anche la capitale spagnola gioca la carta della simulazione di una giornata dell’estate del 2020 anche se in versione più iconica e meno da docufiction di quanto visto con Istanbul. Scende in campo anche il Principe delle Asturie che risponde, anche lui, al problema economico, “lo sport è una opportunità, un investimento che si misura di generazione in generazione e non in euro o dollari”, e cerca di far leva sul piuttosto fresco ricordo delle Olimpiadi di Barcellona del 1982 nel quale partecipò come velista. Perchè votare per Madrid 2020? Primo abbiamo mantenuto sempre le nostre promesse, secondo la Spagna si è presa l’impegno di offrire dei Giochi sostenibile, terzo perchè ora più di tutte le altre volte la scelta di Madrid ha un significato”. Su queste parole si chiude la presentazione.
Difficile valutare la presentazione di Madrid che si è avuto modo di vedere solo parzialmente. I contributi multimediali sono stati i migliori del lotto anche se la prima parte dell’intervento è stata forse troppo caratterizzata da una lettura strettamente politico-economica.
Ultima raffica di domande: il Doping un argomento che preoccupa il CIO, cosa sta avvenendo, quale l’atteggiamento della autorità e quali le misure per arginarlo. E arriva il fantasma dell’Operacion Puerto. E’ Alejandro Blanco a rispondere: la Spagna è allo stesso livello degli altri paesi nel combattere il doping. Abbiamo avuto problemi nel passato, abbiamo modificato la legislazione in materia e abbiamo punito i colpevoli. Il movimento sportivo e il governo è impegnato nel combattere la piaga del doping. In questa battaglia il CIO avrà sempre la Spagna al suo fianco.
Si parla di un nuovo modello non solo economico ma anche nella struttura dei Giochi, che cosa intende Madrid con questo? Non si vuole spingere la città e i cittadini a fare investimenti enormi per ospitare i Giochi, il messaggio per il XXI secolo è quello di organizzare buoni Giochi sostenibili dal punto di vista economico.
Le Federazioni sportive chiedono anche a Madrid quali siano gli spazi di manovra per modificare i piani. I piani sono molti solidi con l’80% degli impianti già pronti ma siamo aperti ad ogni discussione con il CIO e le Federazioni.
Dopo il pranzo nel quale si sono scatenati scambi, voltafaccia, promesse di voto, e secondo le voci che arrivano da Buenos Aires Istanbul starebbe guadagnando terreno, e prima delle votazioni l’Assemblea del CIO riceve un resoconto relativo al rapporto della Commissione di Valutazione. Secondo questo documento Istanbul, Tokyo e Madrid sono state in grado di presentare candidature di alto livello con un larovo che rappresenta un valore per l’intero movimento olimpico. Alcune condizioni sono cambiate dal m0mento, si era a giugno, della pubblicazione del rapporto e il responsabile richiede agli elettori di operare le loro valutazioni su queste situazioni.
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