CERCHI E PALAZZI. Un anno fa di questi tempi i più attenti al movimento dello sport disabile avevano avuto ragione di scandalizzarsi del fatto che le medaglie d’Oro di Cecilia Camellini valessero circa la metà in termini di premi rispetto a quelle vinte da Jessica Rossi o Daniele Molmenti: 140.000 euro riconosciuti ai vincitori delle Olimpiadi, 75.000 a quelli delle Paralimpiadi. La stessa Camellini, non vedente dalla nascita, aveva parlato della sua vita di intensi allenamenti, ore ed ore ogni giorno passate in piscina, un impegno che, lasciando da parte ogni pietismo per la disabilità, non è comunque inferiore a quello degli atleti olimpici. Una sperequazione inaccettabile.
Un anno dopo la lezione arriva dalla Malesia dove il ministro dello sport, presentando i giochi paralimpici asiatici giovanili, ha annunciato che le prestazioni degli atleti malesi nelle competizioni internazionali saranno premiate in egual misura si tratti di normodotati o di atleti paralimpici. Verrà determinata una tabella di riconoscimenti applicabili alle competizioni di diverso livello – giochi giovanili, giochi asiatici, campionati mondiali – e sarà applicata a tutti gli atleti, senza distinzioni.