La morte di Clement Kimutai Kemboi è solo l’ultima tragedia che ha colpito l’atletica africana

Da Rebecca Cheptehei, ucciso dall’ex compagno, al primatista mondiale della maratona, Kelvin Kiptum: tanti i misteri

Un’altra tragedia ha sconvolto il mondo dell’atletica africana, già fin troppo martoriata negli ultimi anni. Questa catena di sangue e di eventi drammatici si allunga con il ritrovamento del corpo di Clement Kimutai Kemboi. Nato nel 1992, è stato ritrovato impiccato a un albero, secondo quanto riferito da Daily Nation, quotidiano di Nairobi, e ripreso da tutti i media internazionali, compresi quelli italiani. Secondo quanto è stato ricostruito dagli inquirenti, che continuano a indagare sul caso per fare luce su quanto accaduto, il cadavere di Kemboi (sparito da quattro giorni) è stato ritrovato nella fattoria della scuola superiore Saint Patrick, nel villaggio di Koisungur, a Iten.

Rebecca Cheptegei
Rebecca Cheptegei | ansa epa @/Istvan Derencsenyi

Nella sua carriera il 32enne mezzofondista aveva conquistato la medaglia d’oro dei 3000 siepi ai Giochi Africani 2015 e stabilito il suo primato personale in 8’10”65 durante la tappa di Doha della Diamond League 2016. Ma come detto, la tragedia che lo ha colpito non è l’unica nel mondo dell’atletica africana, costellata da vicende misteriose e rimaste (ancora) irrisolte. L’elenco è davvero lungo e racchiude anche personalità importanti per quanto riguarda l’atletica africana. Tanti i gialli ancora da risolvere da parte degli inquirenti che in questi anni hanno indagato su tutti questi episodi.

L’omicidio di Rebecca Cheptegei

Soltanto un mese fa, a inizio settembre, c’è stato l’omicidio di Rebecca Cheptegei, una delle protagoniste di Parigi 2024 (dove era arrivata 44° nella maratona). È morta in un ospedale keniano dopo essere stata data alle fiamme dall’ex fidanzato (deceduto pure lui a qualche giorno di distanza). L’uomo era entrato in azione mentre Rebecca si trovava in chiesa insieme ai suoi figli, introducendosi di nascosto nell’abitazione dell’atleta nella contea di Trans-Nzoia, portando con sé una tanica di benzina.

Ma non è finita qui. Perché qualche mese fa, a inizio 2024 (era il 10 febbraio), su una strada tra le città di Eldoret e Kaptagat, in un incidente stradale hanno perso la vita addirittura il primatista mondiale della maratona, il 24enne Kelvin Kiptum (2h00’35” a Chicago, negli Stati Uniti, nell’ottobre 2023) e il suo allenatore Gervais Hakizimana. Per loro è stato fatale uno schianto sul quale restano l’alone del mistero con l’ipotesi addirittura del sabotaggio. Infatti, in quell’occasione, era stato il padre di Kiptum a spiegare di aver ricevuto, la sera prima dell’incidente la visita a casa di quattro persone che avrebbero rivendicato somme di denaro dovute dal figlio. Tutti poi identificati dalla polizia, interrogati e rilasciati dopo un giorno.

Le altre tragedie

Bisogna tornare ancora indietro di qualche tempo per conoscere le altre storie misteriose che aleggiano attorno all’atletica africana. Nella notte di Capodanno del 2023 è il turno dell’ugandese Benjamin Kiplagat, trovato morto. Aveva partecipato a tre edizioni dei Giochi olimpici (Pechino 2008, Londra 2012, Rio de Janeiro 2016) nella disciplina 3000 metri siepi, senza vincere medaglie. Il corpo è stato ritrovato nella sua auto a Eldoret, trafitto da diverse coltellate. Il movente dell’omicidio? Secondo gli inquirenti che indagarono sul caso, una rapina finita (molto) male. Erano state fermate due persone.

Kelvin Kiptum
Kelvin Kiptum | ansa epa @Tolga Akmen

O ancora, quanto accaduto il 16 aprile 2022, quando è stata trovata morta in casa – in circostanze mai chiarite, la keniota Damaris Muthee Mutua: la ragazza di 28 anni è stata soffocata in casa a Iten con un cuscino. E sei mesi prima, 13 ottobre 2021, ecco un altro femminicidio a Iten: la campionessa keniana Agnes Tirop, medaglia di bronzo nei 10.000 metri piani ai mondiali di Londra 2017 e Doha 2019 e quarta nel 5.000 metri piani ai Giochi olimpici di Tokyo 2021, viene uccisa dentro casa con diverse coltellate all’addome. E ancora: l’8 febbraio 2008 a perdere la vita sulla strada per Eldoret, è stato Stephen Arusei Kipkorir, mezzofondista keniota e vincitore della medaglia di bronzo nei 1.500 metri piani ai Giochi di Atlanta 1996. Dopo la sua breve carriera atletica, era diventato un soldato professionista: la tragedia era avvenuta in uno schianto a bordo di un mezzo militare. Nel distretto di Nyandarua, nel 2011 la tragedia di Samuel Wanjiru, oro olimpico della maratona di Pechino 2008, caduto dal balcone di casa: una vicenda mai chiarita. L’ennesimo mistero irrisolto che continua a sconvolgere, in una scia di sangue senza fine, l’atletica africana. Che sembra, purtroppo, non avere proprio fine.

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