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La piccola bottega degli orrori del Beach Volley

TORINO. Avevamo una coppia nel Beach Volley femminile che ha ottenuto il quinto posto alle Olimpiadi di Londra 2012, il quinto posto ai Campionati Mondiali di quest’anno a Stare Jablonki, che nella scorsa stagione in nove tornei del circuito è andata 4 volte sul podio, una volta ha chiuso al quarto posto e due volte si è fermata agli ottavi di finale. Avevamo, e il passato è d’obbligo, perchè il giocattolo è stato rotto. Difficile ricostruire la storia: di sicuro dopo i Mondiali, Greta Cicolari, la mente esperta dietro al braccio armato Marta Menegatti, ha iniziato a ricevere critiche ingiuste. Poi la decisione di spezzare la coppia a partire dal Grand Slam di Long Beach con Marta Menegatti a fare coppia con Viktoria Orsi-Toth.

Le decisioni tecniche, come sempre, si possono discutere e non condividere ma dovrebbero essere responsabilità di chi le prende. E, invece, nell’ultima settimana abbiamo assistito a uscite da piccola bottega degli orrori. Il sito ufficiale della Federvolley si è peritata di pubblicare una esternazione di Marta Menegatti. Una scelta decisamente poco ortodossa attraverso la quale il piano viene spostato da quello tecnico a quello personale. Il nostro pensiero è che se una atleta esterna debba avere i suoi spazi personali per poterlo fare senza che questo diventi voce di verità di chi dovrebbe essere super partes: ne deriva, quindi, che o le dichiarazioni di Marta Menegatti, ripetiamo plausibili in sè, sono strumentalizzate o, ancora peggio, si è usata la giovane rodigina per dare spiegazioni che spettavano ad altri. Solo dopo questo fatto, che riteniamo grave, il tecnico Lissandro, voce della Federazione chiaramente, in modo altrettanto irrituale invece di usare i canali ufficiali sceglie di parlare attraverso il sito di riferimento del volley nazionale. “Gli sforzi effettuati dal sottoscritto e dallo staff sono costati moltissimo in termini di energie fisiche e mentali, ma il fine era quello di gestire al meglio i contrasti di tipi tecnico e caratteriale all’interno della coppia, ma attualmente  la situazione è diventata ingestibile nei confronti di Greta Cicolari” scrive il responsabile tecnico brasiliano e queste parole sembrano un atto di resa invece di dare spiegazioni di una decisione. Atto di resa perchè, se tensioni vi sono state, uno dei ruoli di un coach è proprio quello di gestire queste situazioni e trarre il meglio da esse non di rimuovere, lo si impara in ogni scuola di management.

Quattro anni fa furono “rottamate” Daniela Gioria e Giulia Momoli nella speranza vana che le giovani leve esplodessero; mentre le due, lavorando da sole hanno sfiorato lo scorso anno la qualificazione olimpica, ci si trovò l’inattesa esplosione di Greta e Marta, ideale connubio tra esperienza ed esuberanza giovanile, ma per il resto notte fonda. Ora ci si ritrova punto e a capo: il deserto nella speranza che arrivi un altro inatteso regalo nei prossimi due anni, in tempo per qualificarsi alle Olimpiadi. Speriamo ma non comprendiamo.

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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