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“La strada di Lena”,   Mukhina e Klimenko

LIBRI E FILM. Ilaria Leccardi vuole ancora incantarci con le sue storie di ginnastica, frammenti di gioia e di dolore, nelle narici l’odore della “Polvere di Magnesio” che ha dato il titolo al suo primo libro sportivo. Sono poi arrivati, sempre ricchi scrigni per gli amanti di una delle discipline più classiche, “In volo” dedicato alla ginnastica ritmica e “Con grazia e con forza” sulla storia dei campioni della ginnastica italiana.

Questa volta, nel volume che uscirà sugli scaffali delle librerie dal 4 luglio, ancora una volta edito da Bradipolibri, Ilaria racconta la storia intrecciata di Elena Mukhina e del suo allenatore, Mikhail Klimenko. Attraverso la loro storia “La strada di Lena” percorre tre decenni di storia della ginnastica dall’allora Unione Sovietica alla palestre italiane dove Misha Klimenko lavorò al termine della sua carriera per il settore tecnico femminile. Poichè lo sport è parabola della vita, la strada di Lena attraversa il successo e il dramma. Grande ginnasta sovietica, campionessa del Mondo nel 1978, quando sconfisse tra le altre Nadia Comaneci, dominatrice due anni prima delle Olimpiadi di Montreal. Una straordinaria atleta, allenata da uno dei tecnici migliori e più innovatori che la storia abbia mai conosciuto. Due anni dopo, alla vigilia delle Olimpiadi di Mosca, Elena è vittima di un grave infortunio che la costringerà alla paralisi per il resto della sua breve vita conclusasi all’età di 46 anni.

Dopo l’incidente anche Klimenko faticò a ritrovare il suo equilibrio e vi riuscì, forse, trasferendosi in Italia nel 1989 per dirigere il Centro di Preparazione olimpica femminile a Roma. Nel nostro paese e per il nostro movimento lavorò fino alla sua morte nel 2007.

Per la nuova fatica di Ilaria Leccardi ci sono voluti, e sono sue parole, tre anni di lavoro, due viaggi a Mosca, l’incontro con figure straordinarie del panorama ginnico internazionale, tante lacrime di commozione.

 

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contenuto ceduto in esclusiva dall’agenzia alaNEWS. Riproduzione vietata. Anno 2013

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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