Moto GP

Le Sprint Race rivoluzionano la MotoGP: Bagnaia a rischio Mondiale nonostante 10 vittorie

Le Sprint Race stanno cambiando la MotoGP: Francesco Bagnaia rischia di perdere il Mondiale 2023 nonostante 10 vittorie su 19 Gran Premi

Domenica pomeriggio a Barcellona, la stagione 2023 della MotoGP giungerà alla sua conclusione con il ventesimo e ultimo Gran Premio dell’anno. Questa gara rappresenta l’atto finale di una sfida mozzafiato tra due dei piloti più talentuosi del campionato: l’italiano Francesco Bagnaia, campione in carica e punta di diamante della Ducati, e lo spagnolo Jorge Martín, pilota della scuderia satellite Pramac Racing.

Nonostante Bagnaia abbia dimostrato una superiorità evidente nei Gran Premi tradizionali, con dieci vittorie su diciannove gare, si trova in una posizione di svantaggio rispetto al rivale spagnolo. Martín, infatti, guida la classifica generale con 492 punti, ben 19 in più rispetto ai 473 di Bagnaia.

Sprint Race: come stanno rivoluzionando la MotoGP?

Per ribaltare la situazione e conquistare il suo terzo titolo mondiale consecutivo, Bagnaia dovrebbe vincere la gara e sperare che Martín non arrivi tra i primi nove. Una combinazione complessa e difficile da realizzare, ma non impossibile, soprattutto in un campionato che ha visto numerosi colpi di scena e un’alternanza continua di emozioni. Questa gara non sarà soltanto una lotta per il titolo, ma potrebbe anche segnare un capitolo importante nella storia della MotoGP, sollevando interrogativi sul formato e sulle regole che stanno plasmando il futuro di questo sport.

Sprint Race: come stanno rivoluzionando la MotoGP? (LaPresse) – Olympialab.com

 

Uno degli elementi che ha giocato un ruolo decisivo in questa stagione è stato l’introduzione e il peso attribuito alle sprint race, le gare brevi che si tengono il sabato. Introdotte lo scorso anno, le sprint race sono state ideate per aggiungere spettacolarità e tensione al weekend di gara, trasformando il sabato in un evento centrale e non più una giornata dedicata esclusivamente alle qualifiche.

Queste gare, che si svolgono su una distanza pari alla metà dei Gran Premi tradizionali, assegnano punti ai primi nove classificati, con 12 punti al vincitore e via via decrescendo fino al nono posto. A differenza della Formula 1, dove le sprint race sono limitate a sei appuntamenti in un’intera stagione, in MotoGP si sono svolte in ogni weekend di gara, influenzando in modo significativo l’andamento del campionato.

Proprio nelle sprint race, Jorge Martín ha costruito gran parte del suo vantaggio in classifica. Il pilota spagnolo ha mostrato una costanza straordinaria in questo formato, conquistando podi e punti in quasi tutte le mini-gare. Nel penultimo appuntamento stagionale, disputato sabato 16 novembre sempre a Barcellona, Bagnaia è riuscito a vincere la sprint race, mentre Martín ha chiuso al terzo posto. Tuttavia, questo successo non è stato sufficiente per ridurre significativamente il divario in classifica.

Le sprint race hanno sollevato diverse critiche, con alcuni esperti e analisti che ritengono che abbiano un impatto sproporzionato sull’esito del campionato. Un’analisi di Motorsport.com ha suggerito che il formato dovrebbe essere rivisto, magari limitandone il numero o riducendo i punti assegnati, per preservare l’importanza e il prestigio dei Gran Premi tradizionali.

Le sprint race, per loro natura, sono gare più brevi, intense e spesso meno strategiche rispetto ai Gran Premi della domenica. Questo le rende particolarmente adatte a piloti come Jorge Martín, che eccellono nei giri veloci e nelle situazioni ad alto ritmo. Martín, 26 anni, ha dimostrato di essere il migliore in questo formato, vincendo 16 sprint race tra la stagione 2022 e quella in corso.

Bagnaia, invece, è considerato un pilota più completo e strategico, capace di gestire il ritmo di gara e le gomme con grande maestria. Queste qualità gli hanno permesso di dominare nei Gran Premi, dove ha ottenuto ben 10 vittorie quest’anno, dimostrando di essere il migliore al mondo su lunghe distanze.

Nonostante le rispettive inclinazioni, entrambi i piloti hanno lavorato duramente per migliorare nei loro punti deboli. Martín ha affinato la sua capacità di gestire gare lunghe, riducendo i rischi e aumentando la sua costanza nei Gran Premi. Bagnaia, dal canto suo, ha fatto passi avanti nelle sprint race, ottenendo sei vittorie in questa stagione, solo una in meno rispetto a Martín. Tuttavia, la maggiore regolarità del pilota spagnolo ha fatto la differenza: Martín ha accumulato 16 podi nelle sprint race, contro i 10 di Bagnaia. Questa costanza gli ha permesso di massimizzare i punti guadagnati il sabato, un aspetto cruciale per il suo vantaggio in classifica.

In termini di punti complessivi, Martín ha raccolto 492 punti, di cui 321 nei Gran Premi e 171 nelle sprint race. Bagnaia, invece, ha totalizzato 473 punti, con una maggiore concentrazione di punti nei Gran Premi (345) rispetto alle sprint race (128). Anche nei Gran Premi, Martín ha dimostrato una notevole costanza, nonostante abbia vinto meno gare rispetto a Bagnaia: 3 contro 10. I due piloti hanno ottenuto lo stesso numero di podi nei Gran Premi, 15 ciascuno, ma Martín è stato più preciso, commettendo un errore in meno e cadendo solo due volte contro le tre di Bagnaia.

La stagione di Bagnaia rimane comunque straordinaria. Prima di lui, solo cinque piloti nella storia della MotoGP erano riusciti a vincere almeno 10 Gran Premi in una sola stagione: Giacomo Agostini, Mick Doohan, Valentino Rossi, Casey Stoner e Marc Márquez. In tutti questi casi, i piloti hanno sempre conquistato il titolo mondiale. Bagnaia potrebbe essere il primo a non riuscirci, a causa del ruolo decisivo giocato dalle sprint race, che non esistevano ai tempi dei suoi illustri predecessori.

Questo scenario apre un dibattito più ampio sul futuro della MotoGP e sulla direzione che il campionato sta prendendo. Le sprint race hanno sicuramente aggiunto emozioni e spettacolo, ma rischiano di modificare l’equilibrio tra tradizione e innovazione, alterando il significato dei Gran Premi. Per piloti come Bagnaia, che eccellono nelle gare lunghe e strategiche, questo formato rappresenta una sfida in più, cambiando radicalmente il modo in cui si costruisce una stagione vincente.

Il Gran Premio di Barcellona sarà quindi molto più di una semplice gara: sarà un momento decisivo per la definizione del campione del mondo e un’occasione per riflettere su come la MotoGP stia cambiando. Indipendentemente dall’esito, la stagione 2023 resterà una delle più memorabili degli ultimi anni, con due piloti di altissimo livello che hanno saputo tenere alta l’attenzione fino all’ultimo giro. Bagnaia e Martín rappresentano due stili di guida e due filosofie di competizione diverse, ma complementari, che insieme hanno reso questa stagione indimenticabile.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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