Poi la situazione si è calmata, la tensione è diminuita e la rabbia si è attenuata. Malagò, davanti alle telecamere e ai giornalisti, ha assunto un tono più istituzionale: “Abbiamo presentato una protesta ufficiale, ma non illudiamoci, queste proteste sono doverose per il rispetto del ragazzo e per l’integrità dello sport”. Ha riflettuto sulla questione degli arbitri: “Il problema è chiaro. Se hai sei arbitri e sorteggi il primo dalla Corea e il secondo da Taipei, bisogna cambiare. Non è opportuno.
Non esiste un altro sport al mondo dove gli arbitri provengono da paesi vicini a uno dei concorrenti. Ho parlato con il segretario della federazione internazionale di scherma e ho detto che questa regola deve essere cambiata. Non voglio che siamo l’ultima vittima di questa regola. Non siamo stati fortunati né aiutati, ma è importante rimanere calmi”. Ha concluso con una nota amara: “Siamo più tranquilli con gli sport dove ci sono cronometri e centimetri. Siamo molto arrabbiati e delusi”.
Anche Paolo Azzi, presidente della federazione italiana scherma, ha espresso la sua frustrazione: “Concordo con il presidente Malagò. Non mi sono mai sentito così e non ho mai criticato gli arbitri prima d’ora. È successo qualcosa di senza precedenti, al di là di ogni immaginazione. Il sorteggio degli arbitri è un problema, ma la qualità dell’arbitraggio è stata inferiore alle aspettative per una grande finale. Filippo Macchi ha disputato una gara straordinaria, dimostrando di essere un grande campione, e meritava di vincere l’oro”.
“E’ una situazione incredibile, presenteremo una protesta ufficiale per tutto quello che è successo nella finale di Macchi, dalla qualità delle scelte arbitrali a tutto il resto. Non si sono mai visti due arbitri dello stesso continente di uno dei finalisti, mai visto in una finale olimpica di altissimo livello come quella tra Macchi e Ka Long Cheung. Bach era presente, è un fiorettista, abbiamo anche tirato insieme ed ha visto tutto. Cosa ci aspettiamo? Che quanto visto oggi non si ripeta mai più”, ha concluso Azzi.
La Federscherma presenterà un ricorso formale alla Federazione Internazionale di scherma e al Cio, con il sostegno del Coni e del presidente Giovanni Malagò, per la finale vinta Cheung.