La Maratona di Londra: una corsa giovane (la prima edizione si è corsa nel 1981) ma lo scenario e il fascino della capitale britannica l’hanno resa immediatamente uno degli appuntamenti imperdibili della stagione di atletica. Tantissimi i record e le curiosità legate all’evento, considerato come l’epicentro delle corse di primavera.
Londra ha un tracciato bellissimo e veloce. Si parte da Greenwich per attraversare la capitale sino ad arrivare al centro dove, dalla imponente Torre di Londra al Big Ben, si arriva al The Mall. La maratona del 2022 ha visto trionfare in autunno il kenyano Amos Kipruto. E pensare che la prima edizione… ha avuto due vincitori: nel 1981, lo statunitense Dick Beardsley e il norvegese Inge Simonsen hanno dato un esempio straordinario di Fair Play. Non riuscendosi a distanziarsi l’uno dall’altro, hanno dunque deciso di tagliare il traguardo tenendosi per mano in un tempo di 2 ore, 11 minuti e 48 secondi. L’anno successivo invece Joyce Smith è arrivata da sola bissando il successo della prima edizione, mentre Hugh Jones è diventato il primo britannico a vincere tra gli uomini. Un anno da ricordare, quel 1982: è stata l’unica volta in cui due britannici hanno vinto sia la corsa maschile che quella femminile. La velocità del tracciato si presta anche alle prestazioni da primato. Per sei volte, alla Maratona di Londra, sono stati battuti i record del mondo. Fra i plurivincitori invece, solo tre atleti hanno conquistato altrettanti titoli consecutivi: il messicano Dionicio Ceron (1994-96), la tedesca Katrin Dorre-Heinig (1992-94) e David Weir che ha vinto la gara maschile in carrozzina tra il 2006 e il 2008.
La partenza è fissata al Parco di Greenwich, il famoso meridiano “0”. I maratoneti sono schierati, in base al tempo d’iscrizione, su tre distinte partenze. Dal quinto chilometro il percorso è comune. Per i primi 10 km dove si può spingere molto, si scende. Poi il percorso si appiattisce e si può gestire quanto accumulato nei primi 10000 metri. La gara entra nel vivo dopo la “mezza maratona”, quando il terreno diventa totalmente pianeggiante. A condizionare però ci pensano… la location e il vento: si attraversano Tamigi e Tower Bridge. Dopo il ponte, nuova discesa all’interno dell’Isola dei Cani. Il vento che si incanala nei grattacieli può creare qualche piccolo problema. A questo punto, l’unico nemico è la stanchezza. Dal cortile della Torre di Londra, breve salita e ci si immette sul Lungo Tamigi per percorrere gli ultimi 5,5km di corsa. Ultimo tratto di leggera discesa che porta a superare il 40° km costeggiando il Saint James Park e lasciare infine all’imponenza di Buckingham Palace e al The Mall, il caratteristico rettilineo color rosso che incoronerà il re della velocità londinese.
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