Archiviata la sconfitta (la prima nel 2024 e la prima dopo 19 vittorie di fila) nella semifinale del Masters 1000 a Indian Wells, la corsa di Jannik Sinner al secondo posto del ranking Atp – posizione occupata dallo spagnolo Carlos Alcaraz – riparte dall’altro Masters 1000, quello di Miami, in Florida. L’azzurro debutta al secondo turno e sarà un derby tutto italiano. Perché l’altoatesino giocherà contro Andrea Vavassori che, dopo aver superato le qualificazioni, ha battuto con un doppio 6-2 l’argentino Pedro Cachin, molto più avanti di lui nel ranking. Infatti, il nostro Vavassori, partiva dalla posizione numero 148, con Cachin numero 79. Tra Sinner e Vavassori non ci sono precedenti, ma un epilogo simile e anche recente, quello dell’Australian Open. Infatti, Jannik ha trionfato nel torneo di singolare in finale su Daniil Medvedev, Vavassori in coppia con Simone Bolelli ha perso in finale contro Rohan Bopanna e Matthew Ebden.
Sarà una bella esperienza per Vavassori che ha sempre definito Sinner una “fonte d’ispirazione”. Sta facendo strada anche in singolare, non soltanto nel doppio. Nato il 5 maggio 1995 a Torino, è uno che in campo riflette tanto. Studia le mosse dell’avversario, cerca di limitarlo e disegna tennis. Tutte cose che non possono stupire, anche perché il papà di Andrea da piccolo gli faceva guardare le videocassette dei match di Sampras, Rafter e Rusedski. Per poi portarlo in campo e lui, il piccolo Vavassori, cercava di imitarli e diventare un po’ come loro. Ma nel corso degli anni Andrea è diventato un uomo e ha sempre cercato di migliorare il suo tennis e i suoi colpi come lo slice di rovescio e il gioco di volo. Ha cercato di sfondare anche nel doppio, che gli ha regalato qualche bella soddisfazione come, appunto, la finale persa in coppia con Simone Bolelli agli Australian Open del gennaio scorso. Nel circuito il suo grande amico è Lorenzo Sonego. Coetanei e torinesi, hanno condiviso tantissimo nel loro percorso di formazione tennistica. Il loro sogno nel cassetto è giocarsi le Finals nella loro città natale.
Vavassori ha una grande consapevolezza dei propri mezzi. Lavora con dedizione e precisione. Durante la sua preparazione e i suoi allenamenti non lascia nulla al caso. Ha tantissime frecce da scoccare dal suo arco e sta maturando l’esperienza nello scegliere i bersagli con accuratezza. Il serve and volley (tecnica che consiste nello spostarsi subito a rete dopo aver eseguito il servizio) è sicuramente una delle tante opzioni. Inoltre, in questi ultimissimi anni, Andrea ha dimostrato di saper lottare e soffrire un po’ di più sul rosso, di saper fare a pallate sulle diagonali senza la fretta di variare e togliersi dallo scambio. Ha un soprannome ed è Wave: un nomignolo nato tra i banchi di scuola e ancora attuale. È un’immagine che gli piace molto. L’onda simboleggia il suo entusiasmo nell’affrontare una gara dopo l’altra. E che adesso, all’Open di Miami, lo ha portato a sfidare uno dei più grandi di questo momento. Non sarà facile sfidare Sinner, che nel 2024 ha conquistato l’Australian Open (nessun italiano c’era mai riuscito) e l’Atp di Rotterdam, salendo fino al terzo posto nel ranking e superando il record di Adriano Panatta che nel 1976 arrivò fino alla quarta posizione.
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