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Parigi 2024

Mattia Furlani, bronzo a Parigi 2024 nel salto in lungo: ecco 10 curiosità su di lui

È l’attuale primatista mondiale under 20 del salto in lungo con la misura di 8,38 metri. E ha nel mirino il primato italiano assoluto di Andrew Howe di 8,48

A soli 19 anni, e con tanti sogni nel cassetto, Mattia Furlani regala all’Italia la prima medaglia nell’atletica di questa Olimpiade. A Parigi l’azzurro conquista il bronzo nel salto in lungo (8,34 metri, a due centimetri dall’argento), 40 anni dopo quello di Giovanni Evangelisti a Los Angeles 1984. Con Furlani non abbiamo neanche avuto il tempo di metterci comodi in poltrona perché al primo salto, al debutto nei Giochi Olimpici, fa 8,34 metri con un metro di vento contrario. Se non è strepitoso, poco ci manca. Altro che emozione per l’esordio. Poi Furlani non si ferma, non va mai sotto gli otto metri: 8,25, due nulli, 8,34 e 8,27. Ed è bronzo. Alto 181 centimetri (per 65 chili di peso) e nato a Marino, in provincia di Roma, il 7 febbraio 2005, Furlani riscrive la storia azzurra del salto in lungo.

Mattia Furlani | ansa @Ciro Fusco

Nonostante la sua giovane età, Mattia può già vantare un palmares pazzesco, di livello assoluto: vicecampione mondiale indoor a Glasgow 2024, vicecampione europeo a Roma 2024 e campione europeo under 20 a Gerusalemme 2023. Mattia è l’attuale primatista mondiale under 20 del salto in lungo con la misura di 8,38 metri. E ha nel mirino il primato italiano assoluto di Andrew Howe di 8,48. È un ragazzo che si emoziona e piange (di gioia) tanto facilmente. Comprensibile per uno che a soli 19 anni incanta a Parigi fino a vincere il bronzo, medaglia numero 26 degli azzurri a questi Giochi Olimpici. “Wow”, è la prima cosa che è riuscito a dire appena gli riferiscono di avere vinto la medaglia di bronzo grazie al suo 8,34 metri. Ma vediamo 10 cose che non si sanno (forse) di lui. 

Salto in alto e salto in lungo

Come riporta La Gazzetta dello Sport, nella vita sportiva di Furlani non c’è soltanto il salto in lungo. All’inizio Mattia faceva anche il salto in alto. Nel 2018 saltava 1,81: una misura che gli avrebbe permesso di partecipare alla categoria superiore alla sua età. Ma le regole glielo impedirono. E non potè partecipare ai campionati italiani. Alto e lungo, insieme. Ha partecipato ai campionati Europei Under 18 a Gerusalemme in entrambe le discipline. Vinse tutte e due. Non era la prima volta. Una cosa che gli era successa anche ai campionati italiani. Adesso ha scelto il salto in lungo e ha vinto il bronzo.

Una famiglia di atleti

Ad avvicinarlo al mondo dell’atletica sono stati i genitori. Infatti, papà Marcello da giovane faceva salto in alto (2,27 nel 1985), mentre sua madre Khaty Seck, di origini senegalesi, è stata una velocista. Ed è lei oggi la sua allenatrice: “Un valore aggiunto. Anzi, un privilegio. Chi mi conosce meglio di mamma?”, ha raccontato Furlani. Non è finita qui. Perché c’è anche Erika, la sorella: è un’altista di livello internazionale che ottenne anche la medaglia d’argento cadetti nel 2013 e assoluta nel 2017.

L’estate della Maturità

Nato nel 2005, Furlani ha affrontato gli esami di Maturità dopo gli Europei di Roma. È arrivato secondo nella manifestazione continentale, è tornato a casa e si è messo sotto nello studio per la prova scritta di maturità. “Sono pronto per le Olimpiadi. Mi spaventa più la matematica, anche se io coi numeri ci vivo”, ha scherzato. La materia preferita, ha detto, è “scienze, perché mi ha aiutato anche nello sport”.

La dieta e zero alcol

Non tutti sanno che Mattia Furlani segue una dieta bilanciata, equilibrata e varia. Ha raccontato che se mangia una certa quantità di carboidrati ci deve essere anche una certa quantità di proteine, di vitamine e di sali minerali. Colazione abbastanza abbondante, poi palestra e pranzo. Invece, nel pomeriggio Furlani fa merenda sul tardi, anche alle 19, e cena alle 21. Capita spesso che verso le 23 faccia uno spuntino prima di andare a letto con uno yogurt o un toast. E attenzione: niente alcol. Non gli piace proprio.

Le altre discipline

Abbiamo detto del salto in lungo e del salto in alto. Ma Furlani da ragazzino ha gareggiato anche in moltissime altre discipline. Infatti, ha corso i 150 metri piani con un tempo di 15”76 (record italiano allievi) e ha fatto pure i 100 metri, i 200 metri e il salto quadruplo.

Grande tifoso della Roma

Mattia Furlani è un grande tifoso della Roma. E infatti, il club giallorosso non ha perso tempo a complimentarsi con lui, sui social, per il bronzo olimpico di Parigi 2024: “Sei grande Mattia”, si legge con tanto di sua foto con cappellino, felpa giallorossa, Olimpico sullo sfondo.

Il soprannome

Lo chiamano Spiderman, l’Uomo Ragno: è questo il soprannome di Mattia Furlani. Il motivo? Per il suo particolare modo di esultare e per la somiglianza con Miles Morales, uno degli Spiderman della Marvel. “Mi sento un po’ Miles Morales, me lo dicono in tanti, soprattutto gli amici”, ha raccontato Furlani. “In automatico è rimasto, è molto divertente”. Però, da piccolo lo chiamavano Er Gazzella.

L’uso dei social

Mattia Furlani, come molti ragazzi della sua età, è molto social. Con il fratello Luca ha aperto un canale YouTube dove racconta le sue giornate, fino a qualche tempo aveva su Instagram 47mila follower. Il numero è cresciuto molto negli ultimi mesi, arrivando a superare i 70mila follower. Nei suoi video racconta anche la sua vita, la sua famiglia, l’amore per lo sport. Per qualche tempo ha mostrato anche i suoi allenamenti.

Il basket e i videogiochi

Nella vita di Mattia Furlani non c’è soltanto l’atletica o la passione per la Roma. Ci sono anche i videogiochi: “Il videogaming con la Play è una delle mie passioni, che mi è stata trasmessa da mio padre e mio fratello, ogni tanto vado anche a eventi sui videogiochi”, ha raccontato. È anche appassionato di basket.

Mattia Furlani | ansa @Ciro Fusco

Saggio e provocatorio

Mattia è anche provocatorio, riflessivo, attento, saggio. Ed è anche un formidabile sognatore. “Faccio una battuta, prendetela con le pinze, è un sogno. A volte mi dico: se vinco l’oro olimpico del lungo, torno all’alto”, ha detto. Dopo il bronzo non si è tenuto e ha detto la verità, la sua: “Bisogna dare tempo ai giovani per creare il processo delle cose. Bisogna dare fiducia, non solo a me, ma a quelli della mia età. Anche negli altri sport”. Ha ragione.

Redazione Olympialab

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