Maturità, il primo importante traguardo della vita. Anche gli sportivi sono stati alle prese con i libri: c’è chi ha faticato più del dovuto per arrivare all’agognato “pezzo di carta” e chi invece è riuscito non solo a chiudere il ciclo di studi superiori, ma anche a laurearsi.
Maturità: un percorso complicato
Non è semplice coniugare lo sport con la scuola, ma vi sono diversi casi di olimpionici in grado di centrare entrambi gli obiettivi. Gregorio Paltrinieri, fra una bracciata e l’altra, è riuscito a toccare quota “80” su 100; Aldo Montano, oltre che in pedana, si è distinto sui libri: 54/60 quando il voto si esprimeva in sessantesimi, pari a un 90 odierno; Tania Cagnotto si è tuffata… e le è andata bene: 67/100. Non esattamente esemplare il percorso scolastico di Gigio Donnarumma che dopo aver rinnovato il contratto con il Milan, preferì una bella vacanza all’esame di stato. Ripara l’anno successivo portandosi a casa un discreto 70/100. Non è l’unico ritardatario: Caputo si è diplomato in ragioneria lo scorso anno, esattamente come Fabio Borini, geometra. Anche i due “bad boys” del calcio italiano, seppur con qualche difficoltà, hanno centrato il traguardo: Mario Balotelli arriva al 60, minimo sindacale, esattamente come Antonio Cassano, che si diploma alle serali dopo… sette anni di scuole medie. Rapporto complicato con la scuola anche per Marcell Jacobs: il velocista, di fronte a un brutto voto, non faceva una piega e rispondeva ai professori che sarebbe diventato un atleta. E ha mantenuto la promessa. Curiosa la storia di Marco Belinelli, l’unico a cui era concesso scrivere temi di italiano… sul basket pur di raggiungere una sufficienza.
Sportivi con lode
Dal diploma alla laurea, non mancano gli sportivi capaci di completare il grande salto. Basti pensare al “dottor Fioretto”, al secolo Daniele Garozzo, schermidore che ha conciliato l’eccellenza sportiva e accademica, laureandosi in medicina. Anche Giorgio Chiellini ha centrato il traguardo del diploma e non si è fermato: l’ex capitano della nazionale infatti si è laureato prima in Economia e Commercio e poi ha conseguito una Magistrale in Business Administration. Nessuno, però, è stato ancora in grado di eguagliare il fenomeno assoluto: Pietro Mennea, un mito dello sport italiano con quattro lauree: Scienze Politiche, Lettere, Giurisprudenza e Scienze Motorie. Straordinario.
Fenomeni solo sul campo
E infine c’è chi la maturità non è mai riuscita neanche a prenderla. Curioso che il caso in questione associ i due più grandi interpreti del calcio del XXI secolo. Sia Cristiano Ronaldo che Leo Messi non sono riusciti ad arrivare al diploma di scuola superiore. Il portoghese è stato addirittura espulso dalla scuola a 14 anni per aver tirato una sedia a un professore che, a suo avviso, gli aveva mancato di rispetto. Anche Leo Messi ha molti più titoli sul campo che nello studio: la pulce, trasferitosi dall’Argentina alla Spagna a soli 13 anni, non ha avuto modo di proseguire gli studi, né evidentemente, gli è interessato farlo. Più unico che raro il caso di Valentino Rossi, laureato Honoris Causa senza aver conseguito il diploma.